Alvesgaspar, CC BY-SA 3.0

Censimento accurato delle aziende agricole colpite, ma soprattutto una puntale mappatura delle aree infestate o a rischio ‘focolaio’ e delle ‘grillare’, ossia i luoghi in cui le cavallette depongono le uova al fine di studiare un piano di prevenzione basato sulla lotta biologica con insetti antagonisti.

Queste le principali linee di azione emerse ieri sera dal confronto promosso dal Comune di Riolo Terme e i tecnici del Servizio Fitosanitario regionale a seguito delle segnalazioni fatte a partire dai primi di luglio da Coldiretti Ravenna che attraverso i propri associati aveva messo in evidenza, in particolare nelle zone tra Riolo Terme e Brisighella, una proliferazione massiccia dell’insetto per via della siccità e delle alte temperature con danni ingenti alle coltivazioni.

Il settore fitosanitario regionale, in collaborazione con gli enti locali e l’Ausl Romagna, come spiegato dai tecnici, sta monitorando puntualmente lo sviluppo delle infestazioni di cavallette ed elaborando una strategia operativa di contenimento di breve e di medio-lungo periodo.

Per ridurre le popolazioni di cavallette e contenerne i danni non si può però prescindere da un’attenta azione di presidio del territorio e a tal fine Coldiretti ha dato massima disponibilità a collaborare attraverso gli agricoltori che operano nelle zone collinari e montane in cui vengono registrate le infestazioni.

Nelle zone infestate, prevalentemente destinate a colture foraggere biologiche, sono già in corso prove di campo per individuare i più efficaci trattamenti bio utilizzabili su erba medica, quelle che subiscono le maggiori conseguenze dagli attacchi con il danno accentuato dal permanere di condizioni siccitose che aggravano la situazione di crisi nelle piante colpite. Bene le azioni messe in campo perché siamo di fronte ad una vera e propria emergenza che – afferma Assuero Zampini, Direttore di Coldiretti Ravenna – si abbatte sulle imprese agricole già colpite dalla siccità e dalla attuale crisi economica che ha fatto lievitare a dismisura i costi dei carburanti e dell’energia. La calamità – conclude – ha già causato danni pesanti alle campagne colpendo frutteti e mettendo a rischio i raccolti di erba medica, quindi con un danno anche per gli allevamenti e le aziende zootecniche di collina e montagna che potrebbero rimanere senza foraggio per alimentare gli animali o dover comunque far fronte ad un ulteriore aggravio di costi per acquistare altrove la materia prima necessaria al sostentamento dei capi allevati”.