Siamo profondamente grate alla giovane e coraggiosa Carola Rackete, capitana della nave Sea Watch 3 perchè dà a tutte/i noi una testimonianza straordinaria della forza dei valori dell’umanità coniugati ai valori del diritto. La Capitana, come Antigone 2500 anni fa, ha disobbedito alla legge di un potere maschile arrogante, cinico e disumano per obbedire a una legge superiore, iscritta nella natura dell’essere umano, peraltro recepita dalla civiltà giuridica moderna. Consapevole delle gravi sanzioni a cui va incontro, la Capitana ha compiuto un atto nonviolento di obbedienza al diritto che fa emergere l’illegalità del divieto strumentale alle navi delle ONG di salvare vite in mare. Ci riconosciamo nel linguaggio di senso, semplice e chiaro di questa giovane donna che sa di essere nel giusto a fronte del linguaggio violento, vendicativo, sprezzante del Creonte italiano che sbeffeggia una donna salda al timone da settimane che ha come priorità quella di far sbarcare 42 persone salvate in mare. Anche Giorgia Linardi, giurista, esperta di migrazioni e diritti umani, referente per l’Italia e portavoce della ong Sea-Watch è salda nel rispondere a scherno e insulti sessisti: “ quando vengono attaccati i diritti di qualcuno, sono quelli di tutti a essere a rischio. Voglio poter dire ai miei nipoti, un giorno, che mentre tutto ciò accadeva non mi sono girata dall’altra parte». Ci riconosciamo nell’umanità di chi aspetta e dorme sui sagrati delle chiese o davanti alle prefetture con i cartelli “fateli scendere” “porti chiusi alle armi, porti aperti alle persone”. Oggi aggiungiamo il nostro cartello al balcone della Casa delle donne “con la capitana Carola” e contribuiamo con una donazione alla raccolta fondi per far fronte alle spese legali che la Sea Watch dovrà sostenere e permetterle così di proseguire nel suo lavoro.

Casa delle Donne Ravenna