È di questi giorni l’ allarme nelle campagne italiane per carenza di manodopera straniera nella raccolta stagionale. Cia-Agricoltori Italiani dell’Emilia-Romagna ha segnalato numerosi problemi da parte delle aziende agricole nel reperire risorse da impiegare nelle aree rurali e si discute circa l’emanazione del Decreto flussi migratori del mancato incremento di lavoratori che era stato chiesto oltre la quota dei 40 mila stagionali del 2018.

Confesercenti e Assohotel Emilia Romagna hanno divulgato i risultati di un’indagine fra le imprese alberghiere associate che dimostrerebbe come l’83% degli intervistati preveda di incontrare difficoltà a trovare personale nell’imminente stagione estiva , facendo rivivere le difficoltà lamentate l’estate scorsa, con il 48% delle imprese che prevede si ripetano disagi anche nel 2019 ed un altro 48% che addirittura prevede un aumento delle difficoltà.

Le figure professionali più ricercate sono quelle che riguardano lo staff alberghiero, soprattutto: baristi, camerieri e addetti ai piani, ma anche bagnini ed altri addetti (cuochi inclusi) del settore turistico.

“Il tema dei cosiddetti lavori atipici è stagionali è centrale nel dibattito sulla forza lavoro della nostra regione in alcuni comparti come l’agricolo e il turistico. A Rimini , per esempio, nell’estate 2018, sono state occupate circa 10mila persone. E soltanto il turismo in Emilia Romagna rappresenta il 12% del Pil. L’appello delle associazioni di categoria e delle imprese stagionali della Riviera a reperire nuova manodopera stagionale, e soprattutto personale qualificato, si ripete ogni anno. E da anni permangono le ragioni di fondo di questo fenomeno, che dovrebbero essere affrontate una volta e per tutte”: commenta il segretario generale del sindacato confederale Ugl Emilia-Romagna, Tullia Bevilacqua.

I datori di lavoro si lamentano. Ma anche gli stessi stagionali protestano.

Con l’introduzione della Naspi, la nuova indennità di disoccupazione varata col Job’s Act di Renzi, di fatto , i lavoratori del turismo sono stati allineati al trattamento dei lavoratori precari e penalizzati dal dimezzamento del periodo contributivo del sussidio di disoccupazione , mettendo in difficoltà centinaia di migliaia di famiglie ed aumentando il rischio di nuove povertà.

“Turismo e agricoltura sono fondamentali nell’economia del nostro Paese e della nostra regione ed i lavoratori di questi comparti rappresentino un vero e proprio valore aggiunto che non può essere penalizzato nella pianificazione e nelle retribuzione. E’ innegabile, infatti che i lavoratori stagionali percepiscono una retribuzione spesso dimezzata rispetto alla busta paga teorica e in moltissimi casi sono impiegati in 80 ore settimanali , piuttosto che nelle 48 ore settimanali con il giorno di riposo previsti per obbligo di legge”; aggiunge Tullia Bevilacqua.

Secondo la sindacalista Ugl “l’origine dei mali” è da ricercare nel Jobs Act, la riforma del lavoro del Governo Renzi, “che doveva disincentivare il precariato e che invece lo ha fatto decollare, moltiplicando l’utilizzo dei contratti a tempo determinato”.

“C’è anche la questione della riforma dei Centri pubblici per l’impiego che dovrebbero favorire l’incrocio di domanda e offerta di lavoro, ma non assolvono a questo compito. E c’è anche la necessità di mettere in funzione quell’annunciata da decenni “formazione permanente” per instradare all’impiego stagionale la manodopera italiana che, invece, viene marginalizzata sull’altare delle quote di ingresso degli stranieri che , sempre più spesso, alimentano le nuove forme di schiavitù, manovalanza a basso costo utile allo sfruttamento ed al lavoro nero o sottopagato”: aggiunge il segretario generale del sindacato confederale Ugl Emilia-Romagna.

“Sono necessarie risposte definitive e risolutive al problema del precariato e della disoccupazione , favorire l’aumento dei contratti a tempo indeterminato – come è nelle intenzioni del governo – ma all’interno di un preciso disegno di rilancio dell’economia del Paese per arrivare al compimento di un percorso virtuoso, avvicinarci al miraggio della piena occupazione e di una giusta retribuzione per i lavoratori e che si garantisca loro un migliore trattamento , anche previdenziale”: conclude Tullia Bevilacqua.