“Si è impiccato legandosi alle grate della cella dove era ristretto, nell’istituto di Ravenna, un 58 enne italiano imputato per maltrattamenti in famiglia”.

A denunciare l’episodio è la UIL PA Polizia Penitenziaria per voce del suo Segretario Nazionale Maldarizzi Domenico: “A rinvenire il corpo esanime del ristretto è stato il suo compagno di cella che non si è accorto del gesto estremo e, nonostante abbia immediatamente dato l’allarme a nulla sono valsi i soccorsi immediati.  A quanto si apprende pare che il tutto sia scaturito dal rigetto del Tribunale del riesame della custodia cautelare”

“Il sistema carcerario è letteralmente allo sbando ma, quel che è più grave, è abbandonato a se stesso dalla politica, dalla Ministra della Giustizia e dal Governo. – afferma Domenico Maldarizzi –  Abbiamo ragione di ritenere che la stessa Amministrazione Penitenziaria non trovi le risposte politiche che auspica. Tuttavia, al di là delle disquisizioni teoriche e del chiacchiericcio della politica, quella cui stiamo assistendo è una carneficina che, in un paese che voglia dirsi civile, va immediatamente fermata. Se si continuasse con questa media, in un anno morirebbero ben oltre cento detenuti.

“Non è più il tempo di indugiare né delle passerelle – ammonisce il Segretario della UILPA PP –; il Governo vari immediatamente un decreto-legge per mettere in sicurezza le carceri, sia sotto il profilo di quella che è una vera e propria emergenza umanitaria, sia sotto l’aspetto della tenuta dell’intero sistema, Servono, altresì, interventi urgentissimi per migliorare le strutture e le infrastrutture, ma soprattutto per potenziare gli organici della Polizia penitenziaria, mancanti di 18mila unità, e fornire gli equipaggiamenti”

“Parallelamente, il Parlamento dovrebbe approvare una delega per la riforma complessiva dell’esecuzione penale, che reingegnerizzi il carcere e riorganizzi compiutamente il Corpo di Polizia Penitenziaria ma, a quanto pare, – conclude Maldarizzi –  dalla politica arrivano solo belle parole senza fatti.