È ormai cosa risaputa che l’attività sportiva porta enormi benefici psicofisici a partire dall’età infantile fino all’età più avanzata.

Nella cultura Anglosassone la scuola va di pari passo con le attività sportive, cercando di valorizzare le varie peculiarità dei ragazzi, creando una forte sinergia con il percorso didattico.

Nel nostro paese questa tradizione non c’è mai stata,  la cronica mancanza di strutture e la mancanza di progettualità degli enti locali ha  lasciato  tutto il peso economico e l’impegno nel sostenere i ragazzi  totalmente sulle spalle delle famiglie e nonostante tutto ciò, abbiamo espresso anche buone individualità e bellissimi talenti che hanno portato lustro alla nostra Nazione, figuriamoci se tutto fosse stato sostenuto con progetti integrati e politiche amministrative del territorio volte a valorizzare le attività sportive giovanili.

Tutti credo condividiamo il fatto che lo sport in età giovanile impedisce di lasciare “per strada” i ragazzi che facendo sport, in particolare a livello agonistico, crescono con una visione del futuro e con la consapevolezza del sacrificio disciplinato al fine di raggiungere un proprio obbiettivo.

Ora in Epoca di COVID le società sportive che organizzano eventi si trovano ad affrontare un percorso burocratico di responsabilità che in molti casi ha portato ad una catena di cancellazione di eventi, in più la crisi economica ha ridotto il numero di imprese che supportano le società sportive e gli eventi con pesanti conseguenze.

E pensare che molti studi sostengono che un tenore di vita sana e una regolare attività fisica porta ad un rafforzamento delle difese immunitarie e nel caso si contragga il virus, un decorso della malattia più lieve, quindi dovrebbe essere nell’interesse delle istituzioni promuovere questi valori al fine di alleviare pressione sugli ospedali alla stessa stregua degli altri strumenti di prevenzione al COVID.

Nonostante tutto ciò premesso, il nostro comune sostiene a malapena la normale amministrazione delle attività sportive, mettendo in campo un impegno largamente insufficiente a sostenere un capitolo tanto importante. Onestamente, senza gli appassionati che mettendo a disposizione tempo, soldi e le strutture private come le Palestre, esisterebbe poco o niente sul nostro territorio.

Nel Documento Unico di Programmazione   non è previsto nessun progetto degno di questo nome, praticamente le strutture e le attività sportive non vengono neanche citate.

A tale proposito vorrei fare un appello al vicesindaco Montati, Assessore preposto, al Sindaco Ranalli di ripensare alle politiche del comune su questo tema. Il Comune, essendo l’ente territoriale più vicino al territorio, dovrebbe intervenire direttamente supportando le iniziative e stimolando l’ambiente,  mettendo progetti sul tavolo della discussione con le associazioni presenti ed  invertire una tendenza che di questo passo  porterà, inevitabilmente, ad una riduzione dell’offerta sportiva sul territorio, con conseguenze pesanti in termini di perdita di qualità della vita, perdita di buona  salute dei cittadini  e problemi di crescita armoniosa  per i più giovani.