La Camera di commercio rivede al ribasso, su dati Prometeia, le previsioni di crescita economica della provincia di Ravenna: le stime indicano, infatti, un +3,2% per il 2022 (con un profilo più basso rispetto alla media regionale +3,6% e a quella nazionale (+3,3%), mentre per il 2023 si prevede un ulteriore, drastico rallentamento a -0,1%, di 2 punti percentuali in meno rispetto alle precedenti proiezioni e più basso sia rispetto al dato dell’Emilia-Romagna (+0,2%) che dell’Italia (0%). Le persistenti pressioni inflazionistiche legate alla guerra, le interruzioni dell’approvvigionamento e l’incertezza sugli investimenti – evidenzia l’Ente di viale Farini – frenano i consumi delle famiglie e minano la fiducia delle imprese.


“Dal monitoraggio di Unioncamere e Borsa merci Telematica, con il supporto di REF Ricerche, sui costi dei servizi pubblici locali sostenuti dalle imprese – ha evidenziato Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna – emerge che, nel quarto trimestre 2022, il costo dell’energia elettrica a carico di alcuni profili tipo di piccole imprese registrerà un aumento medio pari al +60,1% rispetto al precedente trimestre e del +111,7% rispetto allo stesso trimestre del 2021. Gli aumenti rispetto al terzo trimestre di quest’anno oscillano tra il +55% per il negozio di ortofrutta e il +64% per il negozio di beni non alimentari. Nonostante le tensioni sui prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica e il timore di possibili interruzioni delle forniture di gas, acuite dai danni cagionati dagli incidenti di settembre al gasdotto Nord Stream 2 – ha concluso Guberti – la produzione di energia elettrica è in crescita rispetto a un anno fa (+2,8% nei primi 9 mesi del 2022 rispetto allo stesso periodo del 2021), sebbene sia stata riscontrata una forte riduzione della produzione idroelettrica dovuta alla siccità (-38,5%), compensata dall’aumento della produzione termoelettrica (+14,1%) e fotovoltaica (+10,8%)”.

Tornando alle previsioni del Centro Studi della Camera di commercio, le tensioni internazionali porteranno, nel 2023, ad uno scenario recessivo per l’industria (-1,9%) e ad una dinamica ancora positiva, ma con intensità molto più contenuta, sia nei servizi (+0,4%) che nelle costruzioni (+2,5%). Ulteriore frenata riguarderà i consumi (+0,5%) e l’andamento del reddito procapite (+3,4%). In gran sofferenza, inoltre, il mercato del lavoro, il cui tasso di disoccupazione, sceso al 6,2% nel corso del 2021, dovrebbe abbassarsi, già quest’anno, al 4,9% (4,8% in Emilia-Romagna e 8,2% in Italia), per poi rimanere sul tale valore anche nel 2023.