Sembra avviarsi verso una normalizzazione il bilancio tra iscrizioni e cessazioni delle imprese ravennati. Dopo il forte rimbalzo post-pandemia del 2021, nel secondo trimestre di quest’anno il saldo tra aperture e chiusure si è attestato a 213 imprese come risultato della differenza tra 516 iscrizioni (non lontane dalla media dell’ultimo decennio) e 303 cessazioni volontarie. In termini percentuali, lo stock delle imprese è cresciuto, su base trimestrale, del +0,56%, portando il totale delle aziende registrate in provincia di Ravenna al 30 giugno di quest’anno, a 38.514 unità, dato però ancora sotto la soglia degli anni pre-covid. È quanto emerge in sintesi dall’analisi trimestrale Movimprese relativa al periodo aprile-giugno 2022, condotta dall’Osservatorio dell’economia della Camera di commercio di Ravenna sui dati Infocamere del Registro delle Imprese.

“Il sistema imprenditoriale ravennate, nonostante la crisi economica, la crisi geopolitica e la pandemia, sta reagendo e torna a scommettere sulla crescita, ma il percorso per recuperare il terreno perduto è ancora lungo”. Così Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna, che ha aggiunto: “Di particolare rilievo la performance delle imprese giovanili che tornano a crescere dopo otto anni. Un trend molto positivo che nasce dalla capacità di innovazione e formazione del nostro territorio e dalle politiche a favore della nuova imprenditorialità messe in campo dalle istituzioni e dalla Camera di commercio. Ma, soprattutto, rappresenta un forte segnale di speranza per le sfide future”.

Le costruzioni mantengono un ritmo di crescita sostenuto anche in questo trimestre con 77 imprese in più e una variazione percentuale trimestrale del +1,3%.  Anche i servizi collegati alla filiera dell’edilizia (servizi immobiliari, attività professionali, tecniche e scientifiche, servizi di supporto alle imprese) mettono a segno nel trimestre incrementi e, presi insieme, questi settori di servizi determinano un saldo positivo di 36 imprese in più nel periodo (+0,8% in termini di variazione percentuale trimestrale). La ripresa del settore turistico a ridosso della pausa estiva è accompagnata da un saldo attivo delle imprese che operano nel commercio (+44 il saldo e +0,6% la variazione relativa trimestrale), nelle attività di alloggio e ristorazione (+34 la variazione assoluta, +1% quella percentuale); così anche per la altre attività di servizi (+13 e +0,8%) e le attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento (+7 e +0,8%). Anche la maggior parte dei rimanenti settori, colgono il segno positivo: l’industria manifatturiera e le pubbliche utilità (+20 e +0,6%, di cui la manifattura +17 e +0,6%), trasporti (+10 e +0,9%), credito (+11 e +1,5%), servizi informativi (+8 e +1,2%), istruzione (+2 e +1,5%) e sanità (+1 e +0,3%). All’insegna della stabilità il comparto dell’agricoltura. Sotto il profilo organizzativo, si conferma la forza della formula della società di capitale per quanti decidono oggi di lanciarsi in un’iniziativa imprenditoriale: per questa tipologia societaria infatti si riscontrano 88 imprese in più nel trimestre, pari ad un tasso di crescita positivo del +1,02%.

Tra aprile e giugno di quest’anno, si è allargato anche il perimetro delle  imprese individuali, aumentate di 126 unità  (in termini di tasso si tratta di un +0,6%); seguono, molto più a distanza, anche le altre forme giuridiche (cooperative e consorzi), con 1 unità in più.  In lieve contrazione, invece, le società di persone

(-2 unità). Positivo anche per il settore artigiano il tasso di crescita, pari a +0,68%, per il quale il contributo più significativo arriva dal gruppo di imprese dell’edilizia (+36 il saldo totale nel periodo per le artigiane edili). Nell’analisi per tipologia, nel secondo trimestre dell’anno, si riscontrano tassi di crescita per le imprese giovanili  (+3,4%, corrispondente ad un saldo netto tra iscrizioni e cessazioni volontarie pari a +91 unità per le imprese capitanate da “under 35”), per le imprese straniere (+1,3% e saldo pari a +65 unità) ed anche per le imprese femminili con 54 attività in più e tasso positivo pari a +0,7%.