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A chiederlo, in un’interrogazione, è Giulia Gibertoni (Gruppo Misto) che ricorda: “Come emergerebbe dal rapporto di febbraio 2022 di Legambiente, nelle aree private, quindi, difficilmente accessibili, nel Delta del Po, in particolare nelle province di Rovigo, Ferrara e Ravenna, verrebbero offerti pacchetti di ‘turismo venatorio’ del tutto illegali, senza limiti di carniere o di specie. Anche secondo la Lipu nel Delta del Po il bracconaggio riguarderebbe l’abbattimento di uccelli acquatici con mezzi non consentiti e l’abbattimento di specie protette e gli animali uccisi sarebbero utilizzati per consumo gastronomico personale o abbattuti per puro divertimento”.

Gibertoni ricorda anche “la ben nota vicenda della responsabile della Riserva naturale di Torrile, in provincia di Parma, gestita dalla Lipu, che ha ingaggiato, ormai da anni, una lotta personale quasi a tempo pieno contro le attività dei bracconieri e che all’inizio dello scorso mese di febbraio, nelle province di Ravenna e Ferrara, i militari del Nucleo Carabinieri Biodiversità di Casalborsetti e della Stazione Carabinieri Forestale di Bagnacavallo hanno deferito all’Autorità Giudiziaria sei persone per aver esercitato la caccia con mezzi vietati; inoltre, sono stati posti sotto sequestro 3 esemplari abbattuti di anatidi, Mestoloni (Anas clypeata) e Alzavole (Anas crecca), 1 richiamo acustico a funzionamento elettromagnetico, 5 fucili e 15 munizioni e sono state elevate 4 sanzioni amministrative per violazione alle misure di conservazione dei siti Rete Natura 2000 per un importo pari a 1.654 euro”.

Inoltre, sottolinea la consigliera, “una analoga operazione di contrasto al bracconaggio, che ha portato a 22 denunce, era stata eseguita un anno prima, a febbraio 2021 sempre nelle aree del Delta del Po nelle province di Rovigo, Ferrara, Ravenna e Venezia, dai Carabinieri forestali del raggruppamento Cites – reparto operativo SOARDA ai quali si erano aggiunti i loro colleghi di Punta Marina (RA), specializzati in tutela della biodiversità”.

Da qui l’atto ispettivo per sapere dall’amministrazione regionale “quali siano i dati aggiornati dell’attività di contrasto al bracconaggio sul territorio regionale e quale sia l’estensione del fenomeno e le aree e i settori maggiormente colpiti e, in particolare, quale sia la situazione, relativamente al bracconaggio, delle aree del Delta del Po ricadenti all’interno del territorio regionale”.

Gibertoni chiede anche se la Regione “conferma che nelle aree private, quindi, difficilmente accessibili, nel Delta del Po, in particolare nelle province di Rovigo, Ferrara e Ravenna, verrebbero offerti pacchetti di ‘turismo venatorio’ del tutto illegali, senza limiti di carniere o di specie, come intenda contrastare il bracconaggio presente sul territorio regionale e se non reputi necessario farsi promotrice di un’opera di maggiore coordinamento e scambio di informazioni e conoscenze fra tutti i soggetti deputati al suo contrasto”.