Martedì 20 dicembre il Sindaco di Ravenna Michele de Pascale ha partecipato al tradizionale brindisi di auguri del palazzo della Cooperazione di via Faentina. Erano presenti il presidente di Legacoop e Federcoop Romagna Mario Mazzotti, l’amministratore delegato di Federcoop Romagna Paolo Lucchi, il presidente della Federazione delle Cooperative della Provincia di Ravenna Lorenzo Cottignoli, le coordinatrici provinciali di Legacoop Elena Zannoni, Federica Protti e Simona Benedetti, e una numerosa rappresentanza delle lavoratrici e dei lavoratori che operano all’interno del complesso di società e uffici.

Mazzotti ha ricordato che «in questi anni così difficili il lavoro dei cooperatori e delle cooperatrici si è rivelato importante come non mai. Lo abbiamo visto con la pandemia: se improvvisamente si fermassero le cooperative, gran parte dei servizi che vengono forniti ai cittadini verrebbero a mancare e anche la produzione subirebbe un duro colpo. Nonostante la crisi e le difficoltà — ha proseguito — in molti settori le imprese associate a Legacoop hanno presentato buoni risultati e occupazione in crescita. Ma le cooperative non sono solo un pezzo dell’economia, hanno un ruolo fondamentale nella coesione sociale. Ce lo ha riconosciuto il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella lo scorso 28 luglio proprio a Ravenna, durante la sua visita per commemorare il centenario dell’assalto fascista alla Federazione delle cooperative. Un’occasione straordinaria, di cui andiamo molto fieri».

Nel fare loro i suoi migliori auguri di buone feste e per il nuovo anno il Sindaco si è rivolto alle cooperative ringraziandole «per l’impegno riposto ogni giorno nei servizi a favore dei cittadini. Nonostante anni così difficili, segnati dalla pandemia e dai conflitti internazionali, la storia lunga e importante che rappresenta la cooperazione in questo territorio viene onorata ogni giorno da chi la interpreta nel presente. Lo si capisce anche da come il movimento cooperativo sia diventato un esempio positivo di integrazione a livello romagnolo, che ha portato valore aggiunto attraverso l’unione di esperienze territoriali diverse».