L’annuncio dell’imminente passaggio di quote di Faventia Sales dalla Diocesi di Faenza-Modigliana ad Ar.Co. Lavori sta suscitando l’interesse di molti attori della città. Fra questi c’è il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale Stefano Bertozzi, che da tempo chiede al Comune di uscire dalla gestione della società che governa l’ex complesso dei Salesiani. Tema sul quale più volte il consigliere comunale ha polemizzato con l’amministrazione faentina. E anche la notizia della vendita delle quote della diocesi solleva dei dubbi nell’esponente della minoranza:

“La notizia di per sé potrebbe apparire come una semplice operazione societaria, da un lato la Diocesi di Faenza-Modigliana (che in diverse occasioni – anche ufficiali – ha manifestato la volontà di uscire dalla compagine di Faventia Sales Spa), dall’altro un soggetto privato che decide di compiere un investimento societario verosimilmente con obiettivi industriali nel settore che gli è proprio. Peccato che socio di maggioranza relativa sia il Comune di Faenza, con un rotondo 46% delle quote, e peccato che la mission dell’Ente Pubblico non sia quella di detenere quote di partecipazione in una società immobiliare con una connotazione sempre più imprenditoriale e privatistica” commenta Stefano Bertozzi.

“Più volte ho sollevato questioni tecnico legali circa l’impossibilità per il Comune di continuare a detenere una partecipazione in Faventia Sales Spa per palese contrasto con la cosiddetta Legge Madia, di questo ho interessato (e interesserò ulteriormente) la competente autorità giudiziaria, qui si apre però un problema politico” evidenzia il capogruppo.

“Non c’è nessuna ragione per la quale un Comune continui a detenere una partecipazione (di maggioranza tra l’altro) in una società immobiliare pura, dopo che la mission per cui la stessa è stata costituita può definirsi esaurita.

A che cosa serve ancora? Quali progetti imprenditoriali ha in animo di realizzare la società? Il socio di maggioranza (che esprime presidente e due consiglieri) non ne sapeva nulla?

L’uscita di un socio come la Diocesei di Faenza-Modigliana, che certamente non ha nel proprio “core-business” l’attività immobiliare, è la cartina di tornasole di come la struttura e la missione della società stiano cambiando”.

Per Bertozzi: “ Il Comune di Faenza è inquilino e sub-inquilino di Faventia Sales Spa, con un’architettura contrattuale che lascia spazio a significativi dubbi politici (e normativi) circa l’opportunità, la coerenza e la necessità di una siffatta impostazione, nonché ad un potenziale – per quanto macroscopico – conflitto di interessi.

Il Sindaco ed il Vice Sindaco hanno il dovere di relazionare immediatamente al Consiglio Comunale sull’argomento, devono dire come intenderanno utilizzare e indirizzare l’attività della loro partecipata alla luce di questo significativo cambio, non è pensabile che un soggetto a maggioranza pubblica modifichi il proprio assetto societario senza che la prima istituzione della città sia preventivamente informata, soprattutto dopo che il tema è stato sollevato a più riprese da una forza politica rappresentata nell’ambito consigliare. Per questo interrogherò immediatamente il Consiglio Comunale”

“I dubbi politici sulla gestione della partecipata diventano ogni giorno più forti, la Corte dei Conti dirà quale sarà la giusta interpretazione della norma, la politica deve invece dare delle risposte alla Città, anzi, doveva già averlo fatto”.