Si sarebbe dimesso il Collegio Sindacale della Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio Faenza. A segnalarlo è Stefano Bertozzi, capogruppo in consiglio comunale di Fratelli d’Italia, che ha presentato un’interrogazione in consiglio comunale. Le dimissioni arrivano a poco più di un mese di distanza dalla decisione di unire i destini di Faventia Sales e Terre Naldi, una fusione che permetterà alla società dei Salesiani di sopravvivere alla legge Madia, incentrata proprio sul taglio delle aziende partecipate dalle amministrazioni pubbliche.

Le ragioni delle dimissioni non sarebbero al momento note. “Da più parti mi è stato segnalato siano collegate al processo di fusione tra Faventia Sales Spa e Terre Naldi Surl, finalizzato alla liquidazione della seconda” spiega Bertozzi.

La Fondazione Banca del Monte e Cassa di Risparmio Faenza, con il suo 31%, è il secondo socio della società Faventia Sales Spa, controllata dal Comune di Faenza al 46%.
A fine dicembre 2022 il Consiglio Comunale di Faenza ha approvato, con il voto contrario di Fratelli d’Italia e dei gruppi Lega e Area Liberale, la liquidazione di Terre Naldi Surl, individuando, nella scissione parziale dei rami d’azienda in Faventia Sales Spa, lo strumento ottimale.

“Già in quella sede sollevai come Fratelli d’Italia diverse perplessità sull’operazione, sulle motivazioni che ne stavano alla base, sullo scarso supporto documentale, sull’assenza di una valutazione economico/patrimoniale di Terre Naldi Surl da prendere come base per la determinazione dell’aumento di Capitale da parte di Faventia Sales, e mi dilungai sull’opportunità di internalizzare le attività svolte dalla partecipata come alternativa ad una fusione non chiara” ricorda Bertozzi.

“Fin dalle prime battute del dibattito, iniziato in Commissione e proseguito in Consiglio Comunale, fu chiaro ed evidente che il vero intento dell’Amministrazione Comunale era quello di aiutare Faventia Sales Spa, attraverso un’operazione tra partecipate, ad avvicinarsi ai limiti dimensionali della cosiddetta Legge Madia, con l’assurdo di sostenere che sarebbe stato opportuno aumentare il numero dei dipendenti di Faventia Sales così da giustificare indirettamente la numerosità dei consiglieri di amministrazione” critica Bertozzi.
“Di fatto questo portava con se la rinuncia all’Amministratore Unico, in barba a tutti gli impegni presi in sede di Razionalizzazione delle Partecipate.
Questo tra l’altro accadeva senza che fosse fornito un piano industriale vero e proprio, che fossero chiarite le ragioni economico/patrimoniali, che fosse data evidenza delle sinergie reali (ammesso che davvero esistano), che fossero ipotizzate valutazioni di scissione, in sostanza un’operazione poco più che al buio”.
Tornando alla Fondazione Banca del Monte, “Se la notizia delle dimissioni dell’intero Collegio Sindacale della Fondazione, tre persone, fosse confermata, si aprirebbero una serie di inquietanti interrogativi: perché è successo? Le motivazioni che ne stanno alla base sono legate alla fusione tra Terre Naldi e Faventia Sales? Ci sono rischi non calcolati per il Comune di Faenza che di questa operazione è stato l’artefice e che prima di ogni altro socio ha preso una decisione formale per avviarne l’iter?” chiede Bertozzi

“Ancora una volta le partecipate di Palazzo Manfredi sono al centro di dibattito e polemica, scarsa trasparenza e motivazioni labili senza accurato supporto.Serve una risposta rapida e chiara, che fughi ogni dubbio e che tenga al riparo l’Amministrazioni e le casse erariali da potenziali danni.

L’Assessore con Delega alle partecipate (nonché ex Presidente di Faventia Sales Spa) si deve immediatamente attivare per verificare la fondatezza e le motivazioni di quanto segnalato, e certamente non sarà politicamente accettabile se da parte sua la risposta dovesse essere: “parliamo di terzi, la cosa non riguarda il Comune”.
Perché se questo è vero formalmente, certamente non lo è nella sostanza”.