Dopo la sentenza di primo grado per il procedimento relativo all’affondamento della motonave Berkan B nel porto di Ravenna e il riconoscimento della responsabilità dell’Autorità di Sistema Portuale di Ravenna, le associazioni costituitesi parte civile Italia Nostra, Oipa Italia Odv, Legambiente Emilia-Romagna, WWF Italia, Anpana e Nogez ritengono che la doppia denuncia presentata nel 2019 da Italia Nostra sia “stata utile, in primo luogo ai fini della bonifica del sito dalla presenza del relitto e del suo carico di morte a pochi passi dalla Pialassa Piomboni, sito protetto Rete Natura 2000. Non è dato infatti sapere se, senza l’azione intrapresa, la bonifica e la rimozione della struttura metallica sarebbe stata effettuata”.

Le associazioni desiderano ringraziare “gli avvocati Matteo Ceruti, Cristina Guasti e Marco Casellato del Foro di Rovigo, Francesco Paolo Colliva, Anna Vio, Fabrizio Ciuffreda e Renato Conte del Foro di Bologna, il consulente dottor Carlo Franzosini, biologo dell’Area Marina Protetta di Miramare presso Trieste, il dottor Massimo Morigi e tutti i cittadini che in questi anni non si sono girati dall’altra parte, con un ringraziamento particolare al Collettivo Autonomo Ravennate, sempre presente ai presidi davanti al Tribunale di Ravenna. Un ringraziamento va anche all’Ammiraglio Aurelio Caligiore, Comandante uscente del Reparto Ambientale Marino del Corpo delle Capitanerie di Porto, organo in seno al Ministero della Transizione Ecologica, per aver accolto, insieme al Vice Capo Gabinetto Nicolò De Salvo e al Direttore Generale per il Mare e Coste Carlo Zaghi una delegazione di manifestanti per ben due volte al Ministero, ed essersi recato personalmente a Ravenna durante i lavori di rimozione del relitto”.

L’auspicio delle parti civili è che presto inizi anche la bonifica del “cimitero delle navi, altro illustre vanto ravennate”.