Il Meetup up “Ravenna in Movimento amici di Beppe Grillo e Casaleggio” ha inviato una nota agli organi di stampa, condivisa dal Gruppo Misto consigliare, per contestare la petizione nata per chiedere al governo lo sblocco dei fondi destinati alle periferie. Le due realtà non firmeranno la petizione e puntano a smontare le basi sulle quali si sostiene l’iniziativa che mercoledì prossimo, nella Darsena di Ravenna, avrà uno dei suoi momenti di maggior coinvolgimento della cittadinanza:
“Ci sono alcuni fatti oggettivi che non vengono messi in evidenza nella campagna mediatica del sindaco di Ravenna De Pascale, inerenti la petizione sull’ipotetico mancato stanziamento dei finanziamenti del Bando delle periferie da parte del governo” spiega il Meet Up.
“E’ quindi opportuno mettere in evidenza alcuni passaggi fondamentali riguardanti l’iter del Bando delle periferie, non detti dai promotori della petizione.

Innanzitutto, dei 500 milioni stanziati per il bando delle periferie a maggio 2016 dal governo precedente , nulla spetta al Comune di Ravenna. Il Progetto presentato dal nostro Comune, che si è classificato 73°, non ci permette di accedere ai fondi stanziati che coprono i finanziamenti per i primi 24 progetti classificati( vedi DPCM del 6/12/2016).

Seconda cosa importante da sapere, è che le convenzioni dei 24 progetti vincitori furono firmate il 6 marzo 2017, nonostante qualche giorno prima, il 16 febbraio 2017, fosse stato presentato un ricorso, presso la corte costituzionale dalla Regione Veneto, sull’illegittimità del fondo creato dallo stato per diversi stanziamenti, fra cui anche quelli del bando periferie. Il responso si puo’ leggere nella sentenza della corte costituzionale n. 74 del 7 marzo 2018, in cui si dichiara l’illegittimità costituzionale dei fondi stanziati dal governo.

Di fatto i fondi stanziati dal governo Renzi per il bando delle periferie non possono essere erogati.

L’attuale governo giallo-verde non ha cancellato alcunchè, anzi ha inserito nel decreto “milleproroghe” la possibilità di “riparare” all’errore fatto (dal governo PD) di incostituzionalità rendendo cosi’ possibile l’erogazione dei 500 milioni ai 24 progetti vincitori del bando.

Quindi; se la pessima votazione incassata dal progetto “il mare in piazza” presentato della nostra amministrazione, non prevede l’arrivo dei 12,8 milioni richiesti,

Ravenna quali soldi sta aspettando?

L’allora presidente del consiglio Matteo Renzi , a ottobre 2016, in piena campagna referendaria, promise di stanziare soldi per tutti i 120 progetti presentati al bando. ( Tutti !!!!??? Allora a cosa serve un Bando?)

Se andiamo a vedere i punteggi degli ultimi progetti classificati notiamo delle votazioni da 25/100, è come decidere di premiare (con 18 milioni di euro) un alunno che prende 2 1⁄2 ad una interrogazione …..ma tant’è la scelta fu questa.

Il CIPE ( Comitato Interministeriale per la programmazione economica ) cerca , per quanto riesce , di seguire le istruzioni del governo e , con 2 delibere la prima in marzo e la seconda in agosto 2017, stanzia 800 milioni allo scopo di finanziare anche i progetti perdenti del bando ( tra cui Ravenna ) . Va comunque evidenziato che :

  • –  i soldi stanziati dal Cipe non sono sufficienti a coprire tutti i progetti del bando.
  • –  I finanziamenti erano da erogare spalmati negli anni 2017 – 2018 -2019
  • –  I tre quarti del fondo Cipe è da destinarsi al Mezzogiorno d’Italia

    Qualche domanda dovrebbe nascere spontanea come ad esempio

    perché i soldi stanziati nel 2017 ( Governo PD ) non sono arrivati prima? Se non ci sono i soldi da finanziare tutti i progetti perdenti e i tre quarti dei fondi andranno al sud, da

dove arriva la sicurezza che a Ravenna spettino tutti i 12,8 milioni richiesti ?

E’ quindi fondamentale, prima di firmare la petizione sapere che, nel decreto “milleproroghe”, viene differito al 2020 ( e non cancellato ) questo finanziamento del Cipe. Considerato che già la delibera del Cipe dilazionava i finanziamenti al 2019 e che quelli del 2017 non erano stati ancora erogati dal precedente governo la posticipazione di un anno non non giustifica questi forti malumori anzi si dovrebbe sfruttare questo tempo per migliorare e condividere i progetti futuri.

E’ evidente come ogni occasione sia buona per screditare l’attuale governo nazionale ma, in questo caso, lo si fa nel campo dei rapporti stato-comune, dove il governo ha dimostrato molta attenzione. Lo dimostra il miliardo di euro sbloccato per permettere investimenti agli 8 mila Enti locali, facendo così saltare i vincoli di bilancio imposti dal precedente esecutivo.

Riconosciamo che la petizione sia uno dei migliori strumenti per sensibilizzare l’opinione pubblica su un determinato argomento, ed è apprezzabile che il Sindaco abbia scelto questa strada invece di altre più intransigenti, ma è ovvio che, per tutto ciò sopra descritto noi non firmeremo la petizione”.