09/03/2018 – A numerose coppie dell’Emilia Romagna, che stanno effettuando trattamenti di procreazione medicalmente assistita, è stato comunicato che da dicembre 2017 i trattamenti non sarebbero stati più erogati a carico del servizio sanitario nazionale, nelle coppie che avessero già eseguito 3 cicli e nelle coppie con donne di 43 o più anni. “Il problema sorge in quanto da gennaio 2017 il Governo ha definito i nuovi livelli essenziali di assistenza (LEA) e tutte le prestazioni necessarie nelle diverse fasi del percorso di procreazione medicalmente assistita – spiega il consigliere regionale PD Mirco Bagnari -. Le novità previste, però, sono subordinate all’entrata in vigore delle disposizioni in materia di assistenza specialistica ambulatoriale”. Tra le novità, il fatto che le prestazioni saranno quindi erogate a carico del SSN in regime di assistenza specialistica ambulatoriale. Inoltre il limite dell’età delle donne per l’accesso ai trattamenti passerà da 43 a 46 anni e il numero massimo di cicli che potranno essere effettuati nelle strutture sanitarie pubbliche passerà a 6. “Queste persone che stanno magari da lungo tempo inseguendo il sogno di formare una famiglia, per questioni burocratiche, hanno dunque dovuto sospendere un percorso lungo e molto delicato – prosegue Bagnari, autore di una risoluzione sui problemi burocratici legati ai percorsi della procreazione medicalmente assistita (PMA) -. Per cui mi faccio portavoce in Regione di questo disagio. Chiedo alla Giunta di agire nei confronti del Governo, al fine di rendere definitivamente operativi i nuovi LEA nella parte sulla procreazione medicalmente assistita e di fare in modo che la Regione Emilia-Romagna adotti immediatamente tutti gli atti possibili di propria competenza per riuscire a rendere concrete le possibilità previste”.