14/04/2018 – “Permangono e sono evidenti le difficoltà, legate alla carenza di personale nei reparti degli Ospedali della Romagna”. La Fp-Cgil denuncia le criticità legate alle condizioni di lavoro degli infermieri e degli operatori socio-sanitari e le inevitabili ripercussioni sulla qualità dell’assistenza e chiede interventi con carattere di urgenza. “Dopo aver più volte sollecitato l’azienda, ancora non c’è certezza rispetto ai tempi che saranno necessari per coprire tutte le posizioni di lavoro che ad oggi risultano vacanti” si legge in una nota dei responsabili della Funzione Pubblica della Confederazione Generale Italiana del Lavoro per le aree di Cesena (Raffaella Neri), di Forlì (Roberto Severi), di Ravenna (Claudio Laghi) e di Rimini (Cristian Lucarelli). “La risposta è più che urgente tenendo conto anche del dato di partenza sul numero del personale in servizio – prosegue la nota sindacale -. Infatti, nell’ultima verifica sul personale in servizio al 31 dicembre 2016, il rapporto del numero di infermieri ogni 1.000 abitanti per la Romagna era di poco superiore al 5/1000. Un dato che, se raffrontato con i dati nazionali attestati su un rapporto pari o poco inferiore a 6 inf/1000 abitanti, evidenzia un’importante carenza strutturale nella assistenza del nostro territorio. Inoltre la situazione assunzioni e pensionamenti in sanità pubblica è totalmente in disequilibrio – proseguono i sindacalisti della Cgil per l’Ausl della Romagna -. Dobbiamo prevedere che in soli 6 anni circa il 30% dei lavoratori e delle lavoratrici della Sanità Pubblica potrebbe raggiungere i requisiti per la pensione. Oggi i lavoratori over 60 anni di età sono 230.057. Per mantenere almeno l’attuale livello dei servizi e delle prestazioni è necessario assumere più personale rispetto il semplice turn over. I servizi della Sanità soffrono, vanno rafforzati. Ribadiamo quanto già affermato pubblicamente della Segretaria Generale nazionale della Fp-Cgil, Serena Sorrentino, quando afferma che per riuscire a mantenere un buon livello dei servizi della sanità, non solo bisogna sbloccare il turnover, ma è il momento di lanciare ‘un piano straordinario di assunzioni’ che vada oltre il ricambio tra chi esce e chi entra, superando anche il programma di stabilizzazioni previsto dalla riforma Madìa”.