“Pur nella consapevolezza che stanziare 80 milioni attraverso la formula dei crediti di imposta per AdBlue e GNL e degli aumenti sulle riduzioni compensate dei pedaggi non può essere la soluzione ai problemi gravissimi degli autotrasportatori, piegati da un caro carburante irrefrenabile, al Governo chiediamo almeno che i 20 milioni promessi per aumentare gli sconti dei pedaggi vengano erogati direttamente alle imprese in fattura a fine mese attraverso il Telepass, scavalcando, una volta per tutte, il sistema barocco dei Consorzi di servizi”. A intervenire in questi termini è la portavoce della associazione di piccole e medie imprese dell’autotrasporto, Cinzia Franchini. “Abbiamo già bocciato in maniera netta l’esito del Tavolo tra la viceministro Bellanova e le associazioni di categoria, sottolineando l’assoluta sudditanza di tali enti, incapaci di rappresentare un settore in ginocchio e che, proprio per questa incapacità, per la prima volta nella storia si è mobilitato in modo autonomo – continua Cinzia Franchini -. Ma, una volta preso atto della assoluta inutilità dei vecchi enti di rappresentanza, ci rivolgiamo direttamente al Governo, al Ministro Giovannini e alla viceministro Bellanova, affinchè diano almeno un segnale concreto di attenzione ai camionisti che ogni giorno sono sulle strade, lavoratori e proprietari delle loro piccole aziende. Bypassare i Consorzi di servizi erogando gli sconti direttamente a fine mese in fattura non rappresenta assolutamente un aggravio per le casse dello Stato, ma consente agli autotrasportatori di intercettare in modo diretto gli aiuti senza che questi vengano dilatati nel tempo, in media due anni, e in parte assottigliati dalle commissioni varie che i  Consorzi si trattengono per il loro automantenimento.
Ricordiamo al Ministro infatti che oggi per avere il massimo rimborso sui pedaggi autostradali, l’autotrasportatore deve aderire ad un gruppo di acquisto consorziando la propria impresa ad uno dei tanti consorzi di servizio iscritti alla sezione speciale dell’Albo dell’Autotrasporto (i più grandi fanno riferimento alle associazioni stesse). Il costo del servizio (il ribaltamento delle fatture) praticato varia dall’1,5% al 4%, mentre il costo per le garanzie finanziarie da fornire al Consorzio incide da un minimo dello 0,45% ad un massimo dell’1%. Tutto incluso in media l’autotrasportatore deve pagare ogni mese sul suo fatturato il 3,50%. Il risultato finale è che l’autotrasportatore per ottenere un rimborso reale massimo dopo due anni, per il 2021 per gli autocarri Euro 5 e 6, del 9,5% (defalcati i costi derivanti dall’aumento dei pedaggi effettivi annuali e quelli per il servizio consortile necessari per ottenere il rimborso) deve pagare subito, mese dopo mese, quasi il 6% tra aumenti pedaggi e servizi consortili. Se poi si toglie l’aumento medio dell’inflazione è facilmente comprensibile come il vantaggio reale dell’attuale sistema per l’autotrasportatore scenda molto al di sotto della percentuale indicata sulla carta dai provvedimenti del Ministero. Inutile dire poi che i camion Euro 4 lo sconto, tolte le commissioni è insignificante.
Ovviamente gli unici a rimetterci, sarebbero le associazioni di categoria che fanno riferimento a tali Consorzi, ma vista l’assoluta emergenza è tempo di scardinare una volta per tutte vecchie logiche, da sempre ingiustificabili ma oggi divenute del tutto intollerabili”.