Tornano dal 6 dicembre le visite guidate della domenica (ore 10.30) alla mostra “Aztechi, Maya, Inca e le culture dell’antica America” in corso al MIC di Faenza fino al 28 aprile. Tornano, ma a pagamento (solo 3 euro in più oltre il prezzo del biglietto) e con prenotazione obbligatoria.

La mostra, curata da Antonio Aimi e Antonio Guarnotta, presenta circa trecento reperti (terrecotte e tessuti) della collezione del MIC di Faenza – il MIC possiede una delle più interessanti collezioni italiane d’arte precolombiana, costituita da quasi 900 reperti – insieme ad altre opere (propulsori dorati, sculture, stele, ecc.) provenienti dai più importanti musei italiani di antropologia e da due collezioni private.

Il percorso espositivo offre una sintesi nuova e aggiornata sulle più importanti culture dell’antica America attraverso un aggiornamento sui temi più interessanti emersi dalle ricerche più recenti: la conquista dell’America vista dalla parte dei vinti, la condizione della donna, i sistemi di calcolo dell’antico Perù e l’arte precolombiana presentata come arte e non solo come archeologia.

E’ possibile ammirare reperti straordinari delle culture mesoamericane e peruviane sia per la loro eccezionalità artistica come appunto “La figura della divinità” (300-900 d.C, nella foto in allegato) di area mesoamericana della cultura di Veracruz. La statua alta circa 50 cm è una sintesi della grande considerazione con cui le donne erano tenute rispetto alle loro coetanee in Europa. E’ la raffigurazione di una donna sacra, donna dea, probabilmente morta di parto. Nella cultura di Veracruz, come anche in quella Azteca, le donne morte di parto erano venerate al pari dei guerrieri morti in battaglia.

La mostra attraversa i rituali più importanti delle culture precolombiane e i loro stili di vita sempre connessi e regolati dalla religione e fondati essenzialmente sull’agricoltura. Ne emerge una cultura tutta altro che primitiva, anzi evoluta.

Gli Amerindi sono considerati tra i più esperti coltivatori del mondo. A loro dobbiamo infatti la domesticazione di moltissimi cibi che oggi consumiamo abitualmente come il mais, la patata, il pomodoro, la zucca, le arachidi, il fico d’India, il cacao, la vaniglia e il tabacco. Gli animali allevati erano limitati (tacchino, porcellino d’india). All’allevamento erano preferite la caccia e la pesca. La fauna era invece considerata molto importante per la religione. Gli animali ricoprivano il ruolo di intermediari fra l’uomo e gli spiriti divini.

In mostra, un reperto eccezionale: un calcolatore, la “Yupana” (1470-1532, area peruviana). Lo strumento era un abaco a base 10 e 40, materiale e immateriale, che consentiva la più grande velocità di calcolo prima delle macchine del mondo moderno.

Le visite guidate della domenica sono pagamento (3 euro oltre il prezzo del biglietto). La prenotazione è obbligatoria entro il sabato precedente. Per prenotare: 0546 697311, info@micfaenza.org

La mostra è resa possibile grazie al contributo di Regione Emilia Romagna e LA BCC imolese, ravennate e forlivese.

Con il patrocinio del Comune di Faenza.