E’ da tempo che si parla di crisi del commercio e soprattutto di crisi del piccolo commercio e, oserei dire, anche del piccolo artigianato. Insomma la crisi delle botteghe, soprattutto quelle delle periferie o anche di zone del centro poco frequentate. Le ragioni le conosciamo tutti: la crisi economica e la crescita della povertà in primo luogo, lo spopolamento dei centri cittadini, ma, soprattutto il proliferare dei centri commerciali: piccoli, grandi ed enormi che via, via occupano spazi sempre maggiori.

E’ nota la battaglia di Asppi e delle altre associazioni di settore a sostegno del piccolo commercio e del piccolo artigianato, proponendo ai Comuni un intervento di sollievo sulle imposte. Ed è soprattutto sulle difficoltà di poter affittare che più volte abbiamo puntato il dito, rammaricandoci della insensibilità dei Comuni a voler comprendere che, a fronte di un mancato introito, le tasse diventano balzello incomprensibile e inaccettabile.

Pare che dall’attuale Governo stia arrivando una parziale risposta alla crisi del commercio. Una cedolare secca anche per le locazioni per gli “usi diversi”, cioè gli edifici non ad uso abitativo, ma utilizzati per attività commerciali, artigianali e amministrative. Crediamo che questo possa servire a far diminuire i canoni di locazione e quindi a favorire l’apertura di nuove, piccole attività. Ma occorre fare di più, soprattutto sul fronte dell’IMU, soprattutto per quei locali che non si riescono ad affittare. Per Asppi va definita una proposta, condivisa con altri soggetti del settore, Governo ed Amministrazioni per una normativa che possa alleviare sofferenze che sul tema sono molto più diffuse di quello che potrebbe apparire.