“La spiaggia libera, al pari di tutte le aree pubbliche, dovrà essere fruibile. Ci sono tutte le condizioni per poterlo fare cercando di mitigare i rischi e promuovere modalità ispirate alla ragionevole sicurezza.

Già simbolo, almeno dalle nostre parti, di “turismo slow” e di un modo diverso di vivere l’arenile, non devono restare dimenticate semplicemente per il fatto che “essendo di tutti finiscono per non  essere di nessuno”, si ragioni per tempo e si tengano in considerazione nel ragionamento di sistema in corso.

Si tenga  conto sin da subito di queste zone pubbliche di grande peculiarità e non si ceda al fatto che possano essere considerate “off limit” o, se va bene, divenire valvole di sfogo sacrificabili alle legittime esigenze di nuovi e ulteriori spazi a disposizione degli stabilimenti.

Si costruiscano le condizioni per la fruizione consapevole della spiaggia libera, regolamentandole anche con rigore, al pari di ciò che è stato fatto per altre aree pubbliche (parchi e pinete) e si attivino tutte le forme possibili di collaborazione  anche con volontari e associazioni del terzo settore, affinché si possano garantire.

La Regione, i Comuni e i tavoli tecnici che stanno lavorando sulle questioni stringenti verso la “fase 2” della riviera lavorino su questo per tempo ed evitino che le spiagge libere diventino il luogo dove tutto è permesso o al contrario tutto è negato, persino l’accesso.

Non un passo indietro rispetto alla tutela di un bene pubblico dalla forte valenza sociale ed ambientale anche di fronte ad una situazione drammatica e difficile come quella che stiamo vivendo.”

Articolo Uno e Sinistra per Ravenna