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“Confermati livelli leggermente anomali per gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici) e rilevati valori contenuti di Diossine. Non si evidenziano rischi particolari per la salute”.
Sono queste le prime considerazioni congiunte, tra Arpae e Ausl, in merito alle verifiche sulla qualità dell’aria effettuate nelle aree interessate dall’incendio alla cava Zannona a Faenza, in località Rivalta di Marzeno.
“Le analisi dell’aria, campionata nei primi tre giorni, nelle zone più coinvolte dall’incendio, confermano livelli leggermente anomali per gli IPA (Idrocarburi Policiclici Aromatici).
Emerge il dato positivo di un trend in calo, con valori in flessione da 67,6 ng/Nm3, del primo giorno, a 30,1 ng/Nm3del terzo.

Riscontrati valori contenuti di Diossine che, nelle primissime ricerche anticipate dal laboratorio, non erano state trovate. I valori risultano in calo, nei primi tre giorni, passando da 0,094 pg/Nm3 a 0,031 pg/Nm3, comunque sempre inferiori al valore indicato dalla Organizzazione Mondiale della Sanità per le aree sottoposte a pressione ambientale (0,300 pg/Nm3) e solo inizialmente superiori al valore di riferimento indicato dalla Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale (0,040 pg/Nm3). Le Diossine misurate nel punto e nel giorno di massimo impatto, in prossimità dell’incendio, sono compatibili con quelle che si possono generare con un incendio boschivo e, come concentrazione nell’aria, con quello che si verifica a ridosso di un falò di sterpaglie, di poco superiori ai valori medi della Provincia di Ravenna in inverno.
Sono state analizzate, come composizione, anche le polveri fini raccolte nelle centraline di monitoraggio dell’aria di Faenza (Bertozzi) e Ravenna (Zalamella, Caorle e Rocca Brancaleone): i valori misurati, prima e dopo l’evento, sono equiparabili; solo i valori di IPA, nei primi tre giorni dell’incendio, indicano un leggerissimo aumento (DI circa 0,1 ng/Nm3). Si conferma che, in prevalenza, il materiale bruciato è risultato legno vergine, ma che nella cava sono presenti anche potature e resti di alberi trattati, come ad esempio alberi da frutto espiantati.
Complessivamente i dati rilevati indicano livelli estremamente contenuti degli inquinanti monitorati, ritenuti tali da non comportare impatti negativi sulla salute, fermo restando che l’esposizione prolungata a fumi e odori acri dovuta al protrarsi dell’incendio può causare effetti irritanti all’apparato respiratorio e agli occhi”.