Dopo la presentazione del progetto di riqualificazione dell’Arena Borghesi, era attesa la risposta di Legambiente e Italia Nostra da sempre contrarie all’espansione del supermercato Conad all’interno dell’area destinata al cinema. Ad un giorno di distanza dalla presentazione pubblica del progetto, le due associazioni hanno quindi inviato un comunicato stampa molto critico sulle scelte dell’amministrazione comunale:
«L’ostentazione della creazione di “un polmone culturale nuovo”, durante la presentazione del progetto Conad, serve a nascondere il dato reale di un supermercato che si espande all’interno dell’Arena Borghesi.
La funzione culturale, che peraltro appartiene all’Arena Borghesi fin dal 1895, continuerà. Ma la “cultura del luogo”, che è un fatto di relazione coerente col paesaggio del Viale Stradone, viene alterata pesantemente.
Non si tratta di un banale caso di abbattimento di singoli alberi, sostituibili con altri; viene cancellato un ampio spazio alberato che costituisce l’essenza del luogo.
L’Arena Borghesi viene risistemata in funzione dell’espansione del supermercato; diventa più piccola, inscatolata dal cemento che arriva a ridosso della platea. Un quinto della superficie scompare e gli alberi diventano pezzi di ricambio da “smontare” e rimontare.
Il tema in discussione non è il conteggio degli alberi ripiantati, ma l’alterazione del paesaggio storico dell’arena e del suo rapporto con un viale ottocentesco. Una continuità paesaggistica tra arena e viale Stradone ben evidente, formata dal complesso arboreo di tigli imponenti e due vecchi tassi. Una unità che sarà cancellata dall’ampliamento del supermercato, abbattendo i grandi tigli e spostando un tasso secolare, un’operazione non esente da rischi per la sua conservazione.
La realizzazione di un filare di alberi a ridosso del nuovo edificio è una ristretta “copertura” che può solo mascherare il muro, ma non sostituire l’ampio spazio che forma l’architettura del paesaggio e la connessione urbanistica dell’Arena Borghesi.
Tra tanta enfasi sulla “nuova” funzionalità culturale dell’arena del futuro, un fatto certo rimane evidente, è l’incoerenza urbanistica dell’espansione di un fabbricato estraneo al contesto storico e paesaggistico. Un’espansione che aggrava l’errore urbanistico del 1981: la localizzazione di un supermercato incastrato in un’area residenziale e sensibile, che il Piano Regolatore del 1996 incluse tra gli edifici “incongrui, fuori contesto, che con le loro dimensioni hanno stravolto il rapporto dimensionale con il tessuto storico circostante”».