La giunta comunale, su proposta dell’assessore ai Lavori pubblici Roberto Fagnani, ha approvato in una delle ultime sedute il progetto esecutivo per lavori di rifunzionalizzazione e restauro dell’edificio denominato Cà Aie, adiacente la casa del custode nel parco Primo maggio della pineta di Classe.

I lavori prevedono una spesa di 350mila euro.

“Si tratta di un intervento importante – afferma l’assessore Fagnani – in quanto mira al recupero di un edificio che è un caratteristico esempio di edilizia rurale tipica di Ravenna, ubicato storicamente nella pineta di Classe, e il cui restauro è un dovere morale e affettivo prima ancora che tecnico e strutturale”.  

Il progetto di restauro prevede, tra gli altri, interventi di consolidamento delle fondazioni, il rifacimento dei solai interpiano per uniformare le quote tra ala est ed ovest e della copertura, la demolizione completa degli intonaci interni ormai degradati, l’esecuzione di ripristino della muratura mediante la tecnica del “cuci-scuci”, la tinteggiatura dei locali a piano terra, lo smontaggio e il recupero dei gradini in pietra della scala, che sarà demolita e ricostruita con una nuova struttura metallica per metterla a norma; e ancora la creazione di un bagno accessibile anche ai disabili nel vano adiacente alla scala,  il riordino delle aperture sul lato est e la creazione di una nuova finestra al primo piano, la riapertura della finestra sul lato nord, la sostituzione di tutti gli infissi, esterni e interni, il restauro delle inferriate esistenti, la realizzazione di nuovi impianti elettrico e idraulico e la predisposizione di quello di raffrescamento/riscaldamento, l’esecuzione di un nuovo marciapiede intorno al fabbricato.

Un po’ di storia

Le notizie storiche sull’ edificazione della Cà Aie sono scarne. E’ probabilmente contemporanea alla costruzione della chiesetta di san Sebastiano, nota come “Cappelletta della Betonica”, che fu costruita nel XVIII secolo. Così testimonia infatti la data incisa sul prospetto nord dell’edificio.

La pineta di Classe, ora di proprietà del Comune, era un tempo affidata in enfiteusi agli ordini monastici che la sfruttarono per la produzione dei pinoli, al tempo una fonte importante di guadagno. La Casa delle Aie era dunque adibita a magazzino per lo stoccaggio delle pigne e a dormitorio per i “pignaroli”, la manodopera stagionale che provvedeva alla raccolta dei pinoli che venivano estratti nell’ adiacente aia pavimentata esterna, ancora oggi perfettamente conservata e da cui deriva la denominazione dell’edificio.

A seguito di una ricerca attraverso le pratiche depositate negli archivi comunali è stato rinvenuto un disegno tecnico che ritrae il complesso in uno stato molto diverso dall’attuale che non è però possibile datare.

Allo stato attuale l’edificio si distingue per il profondo portico della facciata principale e per la ripartizione interna in ampi cameroni: fulcro dell’edificio era la camera del fuoco, con il grande camino centrale.

In epoca recente sono state restaurate integralmente sia la Cappelletta della Betonica che la Casa di Guardia mentre è stato rifatto in alcune parti il tetto della Casa delle Aie.