La fase 2 annunciata dal presidente del consiglio Giuseppe Conte, e le disposizioni contenute nel DPCM del 26 aprile 2020, ha rinviato la riapertura degli esercizi commerciali, dei pubblici esercizi, di attività legate al turismo e dei servizi alla persona creando danni enormi al tessuto economico locale, regionale e nazionale.

Confcommercio Ascom Cervia promuove un appello ai proprietari di locali attualmente concessi in affitto ad attività commerciali per garantire un minimo di linfa vitale alle imprese che rischiano seriamente di chiudere la serranda per sempre.

Il momento inedito che stiamo vivendo impone cambiamenti nell’approccio al lavoro e pesanti ripercussioni sull’economia.

Per questi motivi, si ritiene ragionevole ed opportuno, che i proprietari di locali concedano ai conduttori la possibilità di riduzione del canone di affitto interessati dalla chiusura forzata e dalla forte diminuzione degli incassi legata all’emergenza Covid-19.

Le riaperture dei negozi del 18 maggio e di bar e ristoranti dal primo giugno significano quattro mesi di chiusura per cause di forza maggiore. Significa, per una località turistica, perdere circa il 70% del fatturato annuo e non è ipotizzabile ottemperare economicamente al contratto di affitto come in un’annata normale. Ma gli affitti restano da pagare perché i patti fra conduttore e locatore non concedono deroghe e per questo è richiesto il sostegno dei proprietari.

Guido Guidazzi, Vice Presidente Vicario Confcommercio Ascom Cervia ha dichiarato «Chiediamo ai proprietari di immobili commerciali di andare incontro ai commercianti con un taglio degli affitti almeno del 30%, in modo da sgravare il conduttore. Chiedo all’amministrazione comunale, alle forze politiche di maggioranza e apposizione nonché alle altre associazioni di categorie di sostenere questa richiesta – per trovare in sinergia una soluzione al dramma economico che stiamo vivendo».