I weekend d’autunno saranno una gran bella occasione per visitare il Museo geologico della Vena del Gesso Romagnola. Dopo l’apertura straordinaria di fine settembre, il nuovo percorso espositivo, allestito all’interno dello storico Palazzo Baronale di Tossignano (in piazza Andrea Costa), è pronto per condurre il visitatore alla scoperta della straordinaria realtà geologica del territorio del Parco e dei suggestivi paesaggi candidati a patrimonio Unesco.
Dal 29 ottobre all’11 dicembre, ogni sabato e domenica, si potrà visitare il museo (l’ingresso è gratuito) e partecipare a visite guidate, per conoscere meglio tutti i segreti di un territorio unico al mondo.
Questi gli orari completi:
Sabato dalle 9 alle 12.30
Con possibilità di organizzare visite guidate e/o laboratori per gruppi e scolaresche su richiesta

Domenica dalle 14.30 alle 17.30
Ogni domenica alle 15.30 visita guidata a cura di esperta guida geologica. La visita guidata è gratuita ma si consiglia la prenotazione.
La visita potrà, in particolari occasioni, essere sostituita da laboratori tematici dedicati ai bambini.
Per informazioni e prenotazioni:
IF Imola Faenza Tourism Company
Piazza Ayrton Senna da Silva, 2
40026 Imola (BO) Italy
info@imolafaenza.it

Il Parco della Vena del Gesso Romagnola e il Museo
Il territorio del Parco della Vena del Gesso Romagnola è caratterizzato da un’importanza geologica di rilevanza internazionale. La dorsale gessosa di cui è costituito è il risultato di un evento geologico che, tra circa 6 milioni e 5,6 milioni di anni fa, sconvolse l’intero bacino del Mediterraneo: la crisi di salinità del Messiniano.
Il Museo geologico della Vena del Gesso Romagnola, allestito all’interno del Palazzo Baronale di Tossignano, è incentrato proprio sui gessi messiniani: ripercorre nel dettaglio la storia geologica che ha portato alla loro formazione, la successione di paleoambienti, le caratteristiche mineralogiche dei gessi e il loro utilizzo a partire dall’epoca romana sino ai giorni nostri.
Il Palazzo Baronale è stato ristrutturato con i fondi dello “Sviluppo e rinnovazione dei villaggi” (misura 322). Mentre l’allestimento del Museo è stato realizzato tramite il Programma operativo regionale – Fondo europeo di sviluppo regionale (POR-FESR), programma operativo dell’Emilia-Romagna 2014-2020 – Asse 5 – Valorizzazione delle Risorse artistiche, culturali ed ambientali – Azione 6.6.1. La supervisione scientifica per le tematiche geologiche dell’allestimento museale è a cura del Prof. Stefano Lugli di UNIMORE (Università di Modena-Reggio Emilia).
Il Museo conduce il visitatore alla scoperta della straordinaria realtà geologica del territorio del Parco attraverso un percorso espositivo sapientemente organizzato per essere un viaggio nel tempo e nei siti di rilevanza geologica del Parco della Vena de Gesso Romagnola.
Il Museo è quindi una delle tre porte di accesso al Museo Geologico Diffuso del Parco (MuGeDi), insieme al Centro visite sul carsismo presso la Casa Cantoniera e al Geoparco del Monticino. Il MuGeDi si articola, infatti, in un complesso di luoghi, paesaggi, punti panoramici, geositi, sentieri, percorsi ciclabili, tutti raccordati tra di loro dalle tre porte di accesso che rappresentano i punti di informazione e divulgazione principale lungo la dorsale geologica del territorio del Parco.
Il museo diffuso del Parco della Vena del Gesso Romagnola (MuGeDi) è facilmente raggiungibile utilizzando i mezzi pubblici. I tre poli museali, così come gli accessi alla rete sentieristica del Parco, sono localizzati in posizioni strategiche lungo le vallate principali che collegano questa porzione di Romagna alla Toscana: la Valle del Lamone, la Valle del Senio e la Valle del Santerno.
In particolare, il museo geologico del Baronale, così come gli accessi ai sentieri che ripercorrono le porzioni più occidentali del Parco, sono facilmente raggiungibili a partire dalla stazione ferroviaria di Imola (linea Bologna – Ancona) e successivo collegamento con autobus di linea in direzione Tossignano. Inoltre, è possibile recarvisi in totale sicurezza e attraverso una mobilità ancor più sostenibile, percorrendo la Ciclovia del Santerno di recente inaugurazione.