17/05/2018 – L’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità-Romagna, che gestisce il Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola e tutte le aree protette e la rete Natura 2000 in Romagna, ha un nuovo Presidente.
In data 10 maggio 2018, in seguito alle dimissioni da presidente dell’Ente di gestione per i Parchi e la Biodiversità-Romagna del sindaco di Borgo Tossignano, dott.ssa Clorinda Alessia Mortero, è stato nominato presidente dell’Ente il dott. Antonio Venturi.
Antonio Venturi, di Faenza, è agronomo assai noto e stimato a livello locale, per la lunga esperienza come responsabile del Centro Ricerche Produzioni Vegetali, in particolare per il settore vitivinicolo (dal 1997 al 2002), dopo quasi venti anni di esperienza sempre nel settore viticolo presso l’ESAVE (dal 1978 al 1996). In seguito, ha diretto l’intero Settore Agricoltura della Provincia di Ravenna dal 2002 al 2016, favorendo il passaggio delle funzioni agricole e del personale alla Regione a seguito della riforma della Province, fino al suo pensionamento.
Il Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola è nato dopo tanti anni di contrasti con gli agricoltori, che già questi ormai dieci anni di gestione da parte dell’Ente Parco (costituito nel 2009) hanno in buona parte stemperato, grazie al quotidiano impegno reciproco delle Aziende Agricole e degli uffici del Parco, trasformando il sospetto in stima reciproca.
Ora, grazie alla nuova presidenza, sarà possibile andare oltre e, da opportunità per alcuni operatori del settore che hanno voluto ampliare l’attività aziendale verso la cosiddetta “terzialità”, ossia i servizi diretti al cittadino (e al turista…) come la vendita diretta dei prodotti o l’agriturismo, creare opportunità per lo sviluppo anche dell’agricoltura che potremmo definire “classica” (per non usare i termini “convenzionale” o “tradizionale”, che dal punto di vista normativo, indicano l’agricoltura che usa la maggior quantità di prodotti chimici). “Classica” perché finalizzata a produrre alimenti, come l’agricoltura fa, da oltre 10.000 anni. Però, alimenti speciali, perché prodotti con metodologie attente alla qualità finale del prodotto, alla salute del consumatore e dell’ambiente naturale, alla tradizione, intesa nel senso “buono” dei prodotti caratteristici del territorio delle aree protette, prima tra tutte il Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola, che già vanta produzioni di elevatissima qualità, riconosciute da marchi dell’Unione Europea di certificazione del valore e della provenienza. Il Parco della Vena del Gesso Romagnola potrebbe diventare un distretto agroalimentare davvero speciale, grazie alla capacità e alla passione degli agricoltori che vi operano, grazie al microclima e ai suoli particolarissimi garantiti dal lungo affioramento gessoso e dai vicini calanchi argillosi, grazie, infine, da oggi, alla grande esperienza nel settore del nuovo presidente dell’Ente di gestione. Un ulteriore segnale dell’importanza che l’agricoltura ha per il Parco regionale della Vena del Gesso Romagnola e per le aree protette in generale e del ruolo centrale che, a quest’attività, si intende sempre più dare in tutta la Romagna.