08–07-2022-roma assemblea abi . patuelli , visco , franco

Oggi a Roma si sta tenendo l’Assemblea annuale dell’Associazione Bancaria Italiana, aperta dalla relazione del Presidente Antonio Patuelli, cui seguono gli interventi del Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e del Ministro dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco.

Relazione Ass ABI Luglio 2022

“La grave e lunga pandemia e la guerra nell’Est Europa producono fortissimi cambiamenti e spinte alle modernizzazioni, costringendo tutti a misurarsi con le più vitali esigenze di salute, pace, convivenza, distensione, diritto internazionale, libertà e solidarietà, con alti principi e ideali indispensabili per una nuova fase di sviluppo economico, civile e sociale che non tralasci parti del mondo e della stessa Europa.

Di fronte alla pandemia e alla guerra russo-ucraina, l’Unione Europea ha compiuto scelte strategiche, mostrandosi molto più unita ed efficace, pur senza, ancora, una vera cornice costituzionale.

Gli sforzi dell’Europa unita debbono proseguire in qualità e quantità per affrontare tempestivamente ed efficacemente le gravi conseguenze anche della guerra, innanzitutto differenziando le fonti di approvvigionamento energetico, favorendo energie più sostenibili come le eoliche, solari e biologiche.

L’Italia, pur appesantita da un ingente debito pubblico, crescente da oltre mezzo secolo, si è mossa con misure largamente efficaci che debbono avere orizzonti non brevi.

Le strategie per la maggiore tutela della salute e dell’ambiente debbono avere la priorità.

Le banche, mai rassegnate, sono impegnate per un’economia più sostenibile, debbono valutare sempre meglio i rischi climatici, ma non debbono essere viste come sostituti delle Autorità e delle funzioni pubbliche e non devono essere gravate da ulteriori requisiti di capitale.

L’esplosione dei prezzi dell’energia e dell’inflazione (mitigata dal’Euro, più forte della vecchia Lira italiana) e i rischi di rallentamento economico impongono prolungate misure europee e nazionali di resilienza per la ripresa dello sviluppo sostenibile e dell’occupazione, indispensabili anche per la riduzione del debito pubblico.

Dopo trent’anni di sperimentazione, occorre trasformare il vecchio patto europeo di stabilità e crescita in uno nuovo che ne inverta i fattori, puntando alla crescita e alla stabilità, per un’Europa più umana, con regole più semplici, con più civismo, solidarietà e sostenibilità.

Le banche sono a fianco delle imprese nel sollecitare e applicare misure europee e nazionali di sostegno per i settori ed i fattori produttivi colpiti dalla pandemia e dagli effetti della guerra.

Le banche sono impegnate nel sostegno alle imprese, nel confronto trasparente e costruttivo per ogni operazione finanziaria nel quadro delle complesse normative.

I timori di un razionamento del credito si sono rivelati infondati per il comune impegno delle Istituzioni europee e nazionali e delle banche.

Bene ha fatto il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, a segnalare che “con i prezzi del gas saliti di dieci volte in due anni c’e’ un grande stress sui consumatori e sulle imprese che non possono sopravvivere con questi prezzi”.

I cicli produttivi sono stati sconvolti anche da carenze di materie prime, in un mondo che fa passi indietro nella globalizzazione, ma che rimane fortemente interconnesso.

I compiti delle banche sono quanto mai importanti e complessi, con norme in continuo mutamento che si incrociano fra loro, con troppe fonti del diritto che sovrastano banche e imprese.

Occorre riflettere e non irrigidire le regole di Basilea 3+, pensate prima della pandemia e della guerra.

Necessitano certezza del diritto anche prospettica e identiche regole e stessa Vigilanza per operazioni finanziarie realizzate da soggetti giuridici diversi.

I salvataggi di banche in gravi difficoltà debbono essere possibilmente preventivi, per evitare maggiori rischi e costi, con l’intervento dei Fondi interbancari di tutela dei depositi, come avvenuto in Italia fino al 2015, prima della “risoluzione” delle quattro banche, e come è tornato possibile dopo la “doppia conforme” sentenza del Tribunale e della Corte europea che hanno dato ragione all’Italia, riconoscendo la natura privata del Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Necessita una maggiore coordinata flessibilità delle normative emanate dalle tante Autorità che andrebbero razionalizzate dopo Brexit, in una UE divenuta più dinamica e compatta.

Le Unioni economica, bancaria e dei mercati dei capitali devono crescere senza nuovi oneri per le banche e con omogeneità della pressione fiscale negli Stati membri, per realizzare l’uguaglianza delle condizioni della concorrenza delle imprese nella UE, quando i differenti debiti pubblici già incidono con spread che hanno conseguenze sulla concorrenza.

L’Unione bancaria si è sviluppata molto di più nella crescita delle attività di Vigilanza che nell’unificazione delle altre regole.

L’Unione bancaria deve progredire senza forzature e senza strappi, se non vi saranno Stati privilegiati o penalizzati: necessitano regole comuni per la crescita di tutti, su un piano di parità concorrenziale.

Concordiamo col Presidente Enria: bisogna completare l’Unione bancaria “in modo sensato e pragmatico”.

La crescita della UE non può più limitarsi all’economia: occorre un salto di qualità con la revisione anche dei Trattati -come ha proposto il Presidente del Consiglio Draghi- superando le frequenti paralisi decisionali basate su veti.

Il principio dell’unanimità va superato adottando quello delle maggioranze qualificate per decidere in modo più tempestivo.

Le crisi costringono ad accelerare i processi di integrazione per un’Europa protagonista non solo nel funzionamento del mercato, ma anche per l’energia, la sostenibilità e la sicurezza.

Confidiamo che le politiche monetarie della BCE siano sempre orientate allo sviluppo e alla stabilità.

Viviamo una fase di cambiamenti nei mercati finanziari: per combattere l’inflazione finisce la fase eccezionale dei tassi negativi e viene ridotta la grande liquidità che era stata immessa.

Le emergenze pandemica e bellica hanno accelerato l’uso dell’intelligenza artificiale con grandi nuove possibilità, ma anche rischi per la sicurezza e le libertà.

Si è accentuato anche l’uso delle rischiose cosiddette cripto valute, che valute non sono e non hanno corso legale, che operano in un eccessivo anonimato, nella mancanza di norme che le regolino, con gravi rischi per la legalità e i risparmi che non hanno le tutele proprie degli investimenti in mercati regolamentati.

Importanti sono le iniziative nazionali ed europee per operare in cosiddette cripto valute, con l’anagrafe, istituita dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, delle piattaforme di servizi collegati a cripto valute e con l’obbligo per gli operatori di iscriversi a un registro gestito dall’Organismo degli agenti e mediatori creditizi, in collaborazione con la Guardia di Finanza, la Polizia valutaria e la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo.

L’impegno contro il riciclaggio e l’usura deve svilupparsi anche negli scambi in cripto pseudo valute.

Sollecitiamo l’entrata in vigore del nuovo regolamento europeo per la resilienza operativa digitale del settore finanziario (Dora) con l’istituzione di una Vigilanza europea sui servizi digitali.

Concordiamo col Governatore Visco sul giudizio positivo sulla proposta della Commissione europea di regole comuni (MiCAR) per l’emissione, l’offerta al pubblico e sui servizi di criptoattività.

E’ urgente e indispensabile un diritto internazionale per la società digitale che implichi principi e metodi, doveri, diritti e Autorità di controllo, come sollecita il Presidente della Consob, Savona.

Dal 2019 la Consob ha ordinato l’oscuramento di varie centinaia di siti web che offrivano abusivamente servizi finanziari.

Occorre la costituzionalizzazione del Web per farvi prevalere le regole del diritto.

L’ABI collabora con impegno con la Banca d’Italia nel CERTFIN per la sicurezza cibernetica e con tutte le Autorità per la sicurezza dei dati, anche con iniziative informative come il vademecum promosso da ABI e Polizia di Stato.

Fondamentali saranno le vere valute digitali, come l’Euro digitale che sarà un mezzo di pagamento legale e sicuro che integrerà quelli esistenti, frenerà il riciclaggio, l’evasione e l’elusione fiscale e, come assicura la BCE, non “taglierà fuori” le banche che già si preparano a queste così importanti innovazioni e sono protagoniste nel Fintech.

Le banche in Italia sono le principali protagoniste private nella lotta al riciclaggio e all’usura, con apprezzamenti delle Istituzioni, come esplicitato dal Direttore della UIF.

Molto importanti saranno i compiti di impulso e coordinamento della nuova Autorità europea antiriciclaggio che avrà competenze anche sulle cripto valute che debbono divenire tracciabili: l’Italia merita di ospitarne la Sede per l’impegno per la legalità e per carenza in Italia di altre Istituzioni finanziarie europee.

Le tecnologie sicure e l’educazione finanziaria sono sempre più indispensabili anche per la tutela del risparmio: le informazioni debbono garantire sempre trasparenza e semplicità.

L’inflazione è una tassa ingiusta sugli onesti, innanzitutto sui risparmiatori: essa spinge ad investimenti che debbono essere sempre  pienamente consapevoli e lungimiranti.

Il risparmio investito è indispensabile fattore per la ripresa, assieme ai fondi europei per il cui tempestivo impiego le banche sono a fianco di Istituzioni e imprese.

Per attrarre i risparmi verso gli investimenti in Italia occorre proseguire nelle riforme fiscali: il potenziamento dei PIR va in questa giusta direzione, ma questa riforma non è sufficiente per attrarre l’ingente liquidità parcheggiata. Occorre ridurre la pressione fiscale sugli investimenti stabili e non speculativi per innescare un più robusto circuito virtuoso per favorire la trasformazione della liquidità in investimenti produttivi che sono gravati dalla doppia imposizione sugli utili delle imprese e sui dividendi.

Importante sarà l’entrata in vigore della proposta della Commissione Europea per incentivi fiscali per gli aumenti del patrimonio netto delle imprese.

Necessita razionalizzare e semplificare le normative fiscali evitando i continui mutamenti e garantendo anche prospettica certezza del diritto.

Mai deve essere dimenticato che il Mezzogiorno è una grande area di potenzialità di sviluppo sostenibile con effetti positivi per l’Italia tutta e l’Unione Europea.

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L’ABI, Associazione per la cultura delle regole, è protagonista nel confronto continuo con le Istituzioni europee e nazionali, con le altre Associazioni di Imprese, i Sindacati e l’opinione pubblica.

Nella Febaf  l’ABI opera in collaborazione con l’ANIA e le altre associazioni delle imprese finanziarie.

Apprezziamo il dialogo costruttivo fra l’ABI, in particolare il Comitato Affari Sindacali e del Lavoro, e i Sindacati dei Bancari per l’applicazione corretta e piena del Contratto Nazionale di Lavoro, per la tutela delle differenze di genere e nell’impegno contro eventuali pressioni commerciali indebite.

In anni di emergenza pandemica il confronto e la collaborazione fra ABI, Banche e Sindacati del Bancari sono stati più ampi e continuano in un rafforzato impegno di responsabilità sociale, con soluzioni innovative e costruttive spesso d’esempio anche per altri settori economici, come con i Fondi di solidarietà e per l’occupazione e con gli Enti bilaterali.

Esprimiamo apprezzamento a tutti coloro che lavorano nelle banche in Italia che, mai rassegnati, hanno continuato ad operare anche nelle fasi più gravi della pandemia, garantendo la prosecuzione sempre di tutti i servizi bancari e di quelli introdotti per combattere gli effetti del COVID e della guerra russo-ucraina.

Presto si svilupperà il dialogo per la preparazione del nuovo Contratto Nazionale di Lavoro dei Bancari nel quale saranno consolidate anche esperienze maturate insieme in questi anni di emergenze e nella convinzione che in un mondo più digitale siano sempre centrali il ruolo e la dignità delle persone, la formazione, le professionalità e i modelli di organizzazione del lavoro.

Le banche hanno sviluppato e proseguono nelle profonde trasformazioni, in presenza di tassi d’interesse che continuano ad essere fra i più bassi.

Le banche debbono valutare sempre meglio i rischi ambientali, informatici e cibernetici.

I gruppi bancari e le banche indipendenti con sede in Italia sono ora un centinaio, con canali fisici e digitali.

Calano gli sportelli bancari e crescono i negozi finanziari.

Le aggregazioni bancarie si sono realizzate in un quadro di costante forte concorrenza.

In proporzione alle popolazioni, si sono realizzate più aggregazioni bancarie in Italia che negli altri paesi del resto d’Europa.

I processi di consolidamento debbono svilupparsi anche internazionalmente, soprattutto in Europa, per favorire la crescita di soggetti bancari che abbiano dimensioni competitive con i giganti americani e asiatici.

Occorre prosegua la costruzione dell’Unione bancaria, realizzando Testi Unici europei con norme identiche di diritto bancario, finanziario e fiscale e con proporzionalità di oneri burocratici.

Anche in presenza della pandemia le banche hanno complessivamente continuato a rafforzare patrimoni e liquidità e ridurre i crediti deteriorati che non sono esplosi anche per la presenza di moratorie che debbono essere reintrodotte col prolungamento della pandemia e con gli effetti della guerra russo-ucraina.

I crediti deteriorati possono riprendere a crescere, nonostante le costanti attività delle banche per ridurli: possono crescere le crisi di imprese che debbono ancora essere accompagnate da misure di finanza d’emergenza che anche allunghino le durate dei prestiti assunti, per dare nuove possibilità di ripresa.

Importante è l’entrata in vigore dell’innovazione europea, fortemente sostenuta da ABI, che riduce di un terzo l’assorbimento patrimoniale degli NPL venduti da banca a banca.

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L’ABI, nella trasparente ed intensa collegialità e nel confronto diretto con le Autorità, prosegue nella sostanziale rifondazione propria e di vari organismi interbancari, con metodo e visione lungimirante, per essere sempre più efficienti ed efficaci e con costi ridotti.

Le innovazioni e le profonde riforme di Bancomat, CBI società consortile per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, ABI Lab per la ricerca e l’innovazione, della Fondazione per l’Educazione Finanziaria, di ABI Servizi e dell’Istituto Einaudi per gli studi bancari e finanziari rappresentano momenti e strumenti collegiali molto importanti per la crescita innanzitutto qualitativa del mondo bancario italiano.

Il Presidente Stefano Siglienti, fondatore della nuova ABI, nell’Assemblea ricostituiva del 1945, fece giustamente appello allo spirito di solidarietà e al senso di responsabilità sociale delle banche per affrontare i problemi nel comune interesse, a conferma che le aziende di credito avvertivano la necessità di difendere insieme il patrimonio di fiducia che avevano saputo costruirsi tra i risparmiatori.

L’ABI, indipendente sempre e mai isolata, è impegnata con austerità e senso del dovere non solo per la tutela degli interessi legittimi del mondo bancario, ma più in generale per la finanza etica e responsabile, per lo sviluppo produttivo e la tutela delle libertà economiche nell’indissolubile contesto della tutela di tutte le libertà, sempre con spirito di responsabilità e alto senso dei doveri.

La nostra bussola è l’intransigenza morale nell’economia di mercato regolata, nella società aperta, per la crescita economica, sociale e civile, con alti principi etici che debbono caratterizzare ogni attività economica.

Le banche più eticamente orientate sono anche più resilienti alle crisi.

E’ interesse di tutti abbattere la povertà anche nelle economie più avanzate, con lo sviluppo inclusivo, sostenibile e lungimirante, con più qualificazione professionale, più occupazione e più garanzie sociali.

Abbiamo avuto ragione nel sostenere l’Euro anche nei momenti più difficili ed a “pensare europeo” in modo critico, costruttivo e propulsivo.

Costituzionalismo anche europeo, libertà e democrazia insieme, economia di mercato regolata con semplicità, giustizia sociale e ricerca scientifica debbono esprimere un progresso più lungimirante, equo, inclusivo e diffuso.

Il digitale non è la fine della storia delle evoluzioni tecniche e tecnologiche che proseguiranno oltre ogni previsione e immaginazione.

Occorre lo sguardo lungo e una predisposizione culturale e metodologica ai cambiamenti, sempre nel rispetto dei diritti delle persone e delle garanzie di libertà civili, economiche, sociali e della sostenibilità, con trasformazioni ecocompatibili, rifiutando sempre l’indifferenza morale.”