Quest’anno la straordinaria avventura di Ravenna Festival comincia ventimila…note sotto i mari, con il concerto in cui Ludovico Einaudi proporrà musiche dal suo nuovissimo album Underwater. Mercoledì 25 maggio, alle 21 al Pala De André, il compositore e pianista torinese è infatti protagonista dell’appuntamento di anteprima della XXXIII edizione del Festival; al suo fianco tre bravissimi musicisti: Redi Hasa, Federico Mecozzi e Francesco Arcuri. L’evento precede di una settimana il concerto di apertura, mercoledì 1 giugno, affidato a Daniel Harding e la Mahler Chamber Orchestra. La serata con Ludovico Einaudi – la cui musica è un fenomeno mondiale che non teme di cavalcare l’onda digitale e fa record di ascolti su Spotify, YouTube e TikTok – è già sold-out, ma il Festival, quest’anno dedicato al centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini, continuerà fino al 21 luglio con oltre cento alzate di sipario, un migliaio di artisti coinvolti e appuntamenti che spaziano dalla grande tradizione musicale alle ultime sperimentazioni, dalla danza al teatro, dal jazz al rap…con tante produzioni originali, prime assolute e progetti speciali. L’appuntamento con Ludovico Einaudi e Underwater è reso possibile dal sostegno di Gruppo Hera.

“La bellezza della lentezza è sostanziale – sottolinea Ludovico Einaudi nel parlare di un album, il primo in solo degli ultimi vent’anni, nato da un grembo di silenzio, quello del lockdown – Quando il mondo fuori era fermo e silenzioso mi sono immerso in uno spazio senza confini, dov’ero libero di sperimentare: ho iniziato ad apprezzare questa conversazione tra me e il piano, che mi restituiva questo tono morbido, caldo e profondo, connesso con il tocco delle dita, come se fosse il suono di una chitarra. Volevo un pianoforte che parlasse e cantasse. Underwater è una dimensione fluida e parallela, che scorre senza interferenze esterne. Sono forme brevi, quasi canzoni, scritte di getto sul pianoforte. A volte nella composizione metti così tanti livelli di pensiero che la pura ispirazione rischia di affievolirsi nel processo. Scrivere una canzone invece è come respirare, un’onda che va e che viene.”

Il titolo stesso dell’album fa riferimento, d’altronde, a una dimensione al contempo fluida e profonda. E delle tante etichette che sono state utilizzate per descrivere la musica di Einaudi – fra cui post-classica e indie-classic – forse la sola descrizione adeguata è quella di slow music, intesa come musica per uno stile di vita slow, introspettivo eppure sensibile agli stimoli del mondo e del mondo naturale in particolare. Una lentezza intesa come sostenibilità, consapevolezza, empatia. Che in Underwater si condensano in dodici tracce intime, dove la musica diventa “una sorta di manifesto del modo in cui dobbiamo riconsiderare la nostra vita futura, anche nel rispetto della natura che durante il lockdown ha reagito con forza”. Una musica, insomma, che vuole guarire, incoraggiare, coinvolgere; un diario intimo eppure universale della comunione fra compositore e pianoforte, dalla profonda pace che traspira da un brano come Luminous ai vivaci accenti di Rolling like a Ball e il crescente senso di anticipazione di Flora.

Underwater è apparso a gennaio per Decca Records dopo un anno molto significativo per Einaudi, segnato dall’uscita di un album, Cinema, che raccoglie le sue più celebri colonne sonore, tra cui quelle di due pellicole vincitrici di Oscar, BAFTA e Golden Globe – Nomadland e The Father. Formatosi con Azio Corghi al Conservatorio di Milano e poi perfezionatosi con Luciano Berio e Karlheinz Stockhausen, Einaudi ha sviluppato una musica che trascende le generazioni e viaggia libera attraverso secoli e culture per abbracciare la canzone popolare, il minimalismo, il jazz, il canone occidentale, le tradizioni extra-europee, l’elettronica… La tappa a Ravenna è stata preceduta da appuntamenti in tutta Europa, a cui seguirà un tour estivo attraverso il continente americano, dal Messico agli Stati Uniti e al Canada; forse perché è una musica che, nelle sue affinità letterarie e cinematografiche, sempre appare intenta a raccontare una storia, esplorare un paesaggio, attingere alle memorie e ai sogni collettivi.