La statale 16 Adriatica, che tra Ravenna e Voltana prende il nome storico di via Reale, si può chiamare strada Omicidi, per via dell’’ininterrotto tributo di sangue versato su quel malandato budello ad una corsia, percorso da volumi esorbitanti di traffico, che congiunge Ravenna ad Alfonsine attraversando rovinosamente le frazioni di Camerlona, Mezzano e Glorie. Il rimedio alla sua pericolosità, promesso da trent’’anni, è il completamento della superstrada a due corsie Ravenna/Ferrara, parallela alla vecchia Adriatica. Essa è stata da lungo tempo realizzata nei tratti tra Ferrara e Argenta e tra Taglio Corelli ed Alfonsine. Mancano appena i 16,5 chilometri tra Taglio Corelli e Argenta e per l’’appunto i 15,9 tra Alfonsine e Ravenna.

Martedì scorso, 11 settembre 2018, l’’assessore regionale all’’urbanistica Raffaele Donini ha però annunciato trionfalmente ad un convegno ferrarese della CNA che “la Regione Emilia Romagna ha ottenuto dall’’Anas la copertura dei costi per la realizzazione della variante alla Statale 16”. Interessa però (ha detto) “il territorio del Comune di Argenta, per una cifra pari a 106,8 milioni di euro avvio dei lavori attorno al 2020”. Significa che il “completamento” della superstrada sarà fatto solo nella provincia di Ferrara.

Lo si deduce dagli annunci dello scorso anno, che ci informarono come la Regione avesse commissionato all’’ANAS il progetto definitivo-esecutivo del tratto ferrarese Argenta/Ponte Bastia, con una previsione di costi pari a 100 milioni (dunque, aumentata nel frattempo del 6,8%), mentre quello ravennate Ponte Bastia/Taglio Corelli era stato inserito, per altri 120 milioni, nel Piano Regionale Integrato dei Trasporti del 2025: su questo tratto, notoriamente pericoloso, ieri è peraltro avvenuto, in località Voltana, un incidente drammatico, con cinque persone gravemente ferite.

Da quanto sopra si deduce che la via Reale tra Ravenna e Alfonsine continua ad essere lasciata ai suoi morti senza che neanche se ne parli. Bisognerà che qualcuno ne avverta il ministro alle Infrastrutture Toninelli, affinché il nuovo governo si accorga di come la nostra città sia stata così ferocemente maltrattata e cerchi di porvi rimedio, cominciando con l’imporre ad ANAS di produrre da subito il progetto preliminare dell’’opera.

IL FATAL ERRORE
Vero è che i governanti di casa nostra ci hanno messo molto del loro. Non mi stancherò di ricordare come nel 2003  fu il sindaco Mercatali, con la complicità del consiglio territoriale di Mezzano e senza neppure interpellare il consiglio comunale, a dare il via libera alla Regione per la costruzione della variante Alfonsine/Taglio Corelli, rinunciando a pretendere il tratto Ravenna/Alfonsine, da cui sarebbe stato logico cominciare, come a suo tempo aveva saggiamente fatto, dalla sua parte, Ferrara. L’’illusione che Ravenna sarebbe venuta appena dopo è stata fatale nel vero senso della parola.

OPERA STRATEGICA PER LA DORSALE ADRIATICA
Ma il nuovo ministro ha ragioni per completare la nuova Ravenna/Ferrara anche di respiro vitale per il Paese. Dopoché il suo predecessore ha cestinato la nuova E55 tra Ravenna e Venezia, alternativa alla statale Romea (essa stessa assassina), l’’unica celere possibilità di rompere lo strozzamento della dorsale Adriatica nel punto che, passando da Ravenna e dal suo porto, si frappone al collegamento tra il sud-est dell’’Italia e il nord-est dell’’Europa è questa superstrada, grazie alla sua connessione con la contigua autostrada A13 Ferrara/Padova. Intera, però.