CHIUSURA DEL CENTRO STORICO ED OLTRE – Martedì scorso, è stato trionfalmente approvato in consiglio comunale, a larghissima maggioranza, il monumentale PUMS, Piano Urbano della Mobilità Sostenibile: definizione questa che per le persone semplici significa porre fine al traffico, strade e trasporti pubblici impossibili da muoversi fuori casa nel proprio Comune. Qui spiego perché solo Lista per Ravenna, Lega Nord e Forza Italia hanno votato contro. Aspetto fondamentale della Mobilità Sostenibile “comandata” dalla Regione Emilia-Romagna è che i PUMS “adottano le politiche di disincentivo all’uso dei veicoli privati per gli spostamenti individuate dal Piano Aria regionale 2020 (PAIR), il quale impone il raggiungimento al 2020 di un’estensione minima delle ZTL pari almeno al 100% dell’area del centro storico”. Vuol dire che a Ravenna, entro due anni, auto e motori dovranno fermarsi fuori delle circonvallazioni storiche. Ma il PAIR dispone anche che le ZTL “possono essere collocate anche esternamente al perimetro dei centri storici, in aree del centro abitato a vocazione residenziale e associativa (es. in prossimità di poli scolastici, centri sportivi, centri sociali, ecc.)”. Il PUMS lo ha fatto individuando delle “Zone a Particolare Rilevanza Urbanistica” (ZPRU) esterne al centro storico, che funzionano come le ZTL. A fidarsi, una grazia del cielo per i ravennati, se leggiamo che la “Mobilità Sostenibile studia gli spostamenti dei cittadini per ridurre l’inquinamento, decongestionare il traffico e diminuire gli incidenti stradali”, tutta roba mortifera nella nostra città.

UN PACCO DI ALTRI PIANI FALLIMENTARI – Il PUMS è solo l’ultimo degli altri seguenti fallimentari piani cartacei che avrebbero dovuto stroncare il bisogno di usare auto e motori privati dentro città, così da respirarla a pieni polmoni: i famigerati Piani del Traffico (PGTU) del 2007 e 2014, il Piano Sicurezza Stradale Urbana (PSSU), il Piano della Ciclabilità 2014, il Piano d’azione contro l’inquinamento acustico, il Piano per l’Accessibilità dei disabili (PAU), i piani vari del Trasporto Pubblico Locale e, riguardo alle infrastrutture stradali strategiche (mai fatte), il Piano Strategico Comunale (PSC) 2007. Di qui la sana diffidenza a non far “incartare” di più la città, che ha portato Lista per Ravenna, insieme alla Lega e a FI, a presentare un ordine del giorno (allegato) affinché, al di là delle giuste enunciazioni accademiche, il PUMS, come gli altri piani, non aggravi l’ in-sostenibilità della mobilità urbana, con danni insopportabili all’economia e alla fruizione sociale del territorio.

BOCCIATA LA DIRETTIVA AL SINDACO – L’ordine del giorno poneva al sindaco la seguente direttiva: “perseguire con gradualità la concreta attuazione di nuove ZTL e ZPRU affinché sia contemporanea o successiva all’adozione delle indispensabili misure di salvaguardia e facilitazione della loro accessibilità, attraverso: 1) la realizzazione e/o il potenziamento dei parcheggi a loro servizio con tariffe opportunamente calmierate; 2) l’introduzione di navetti pubblici gratuiti tra le periferie urbane e il centro stesso, ambientalmente sostenibili; 3) l’attuazione di collegamenti diretti con piste ciclabili tra i punti strategici delle circonvallazioni e delle tangenziali ed il cuore stesso della città, senza interruzioni e in piena sicurezza; 4) l’applicazione di un progetto di logistica urbana per la distribuzione delle merci, tuttora neppure abbozzato, che eviti, nelle strade riservate ai pedoni e ai ciclisti, il caos del traffico motorizzato di trasporto e di consegna dei prodotti”. Tutte cose dette nel PUMS, ma senza alcuna garanzia che, com’è successo finora, vengano fatte ulteriori ZTL/ZPRU entro il 2020, e il resto chissà quando o mai. Il documento è stato bocciato senza misericordia.

BASTONATI ANCHE I CICLISTI E I DISABILI – Naturalmente, abbiamo esposto tante altre ragioni, messe agli atti fin dal luglio scorso quando il PUMS è stato adottato, in tema di scenari del piano, di sosta, di sicurezza stradale e riduzione degli incidenti, di “isole ambientali” e di zone 30 km/h, di pedonalità e ciclabilità, di trasporto pubblico, di opere stradali strategiche intraurbane. Sottolineo le due seguenti: I) la FIAB, meritoria e preparatissima federazione degli “Amici della Bicicletta”, aveva presentato 22 correzioni al PUMS in merito alle fondamentali piste ciclabili: gliene hanno bocciato 15; II) molto prima del PUMS, una legge del 1992 ha imposto ai Comuni di introdurre, negli spazi pubblici delle loro città e frazioni, i Piani di Eliminazione delle Barriere Architettoniche (PEBA). Lista per Ravenna ci ha battuto il chiodo ogni volta che il nostro Comune ha messo le mani sull’organizzazione e la regolamentazione del vivere urbano. Ma del PEBA, di cui quasi tutte le altre città si sono dotate o lo stanno facendo, a Ravenna non esiste un foglio di carta: dunque, “mobilità in-sostenibile” anche per le persone disabili, anziane o con incagli fisici.