“L’11 maggio scorso, Gianluca Benzoni, capogruppo di Lista per Ravenna nel consiglio territoriale di Ravenna Sud, rivolse al presidente del consiglio stesso un’istanza sulla: “Camera mortuaria preda dei ladri e dell’incuria”. In effetti, il giorno prima un ladro, extracomunitario in apparenza magrebino, aveva sottratto la cassetta delle offerte da una camera ardente fuggendo via in bicicletta. Era stato notato aggirarsi a lungo,  muovendosi con sicurezza come fosse di casa, negli ambienti della camera mortuaria. Che il luogo fosse meta di ruberie è stato confermato da operatori delle pompe funebri. Lo stesso gestore della camera mortuaria, Azimut spa, ha poi confermato che la settimana prima si era “constatata in due circostanze l’effrazione di una cassetta contenente offerte, posizionata presso una camera ardente” afferma Alvaro Ancisi, Capogruppo di Lista per Ravenna.

“Benzoni rilevò tra l’altro, non smentito che: “La presa in custodia della salma presso la camera mortuaria costerà alla famiglia in questione, come normalmente a tutti, non meno di circa 500 euro: esattamente 498,88, per la presa in custodia in giorno non festivo e non in orario notturno, per la vestizione/preparazione della salma e per la refrigerazione (anche solo con coperchio refrigerante) per un giorno intero di permanenza e le parti dei due giorni di entrata e di uscita”. Ricordando che la camera mortuaria comunale è “un servizio pubblico gestito in monopolio, con tariffe fissate dal Comune”, il consigliere chiese che vi fosse organizzato un servizio efficiente di custodia, precisando poi, due giorni dopo, rivolto all’amministrazione comunale, quanto segue: “All’interno e nelle pertinenze della camera mortuaria, si vigili sulla presenza di persone che a prima vista non appare giustificata, se del caso chiamando la forza pubblica se persistono a non astenersene. Decida il Comune chi e come debba farsene carico. Resta però fermo che, al di là della cassette delle offerte, un sorveglianza di base sulle camere ardenti è compito ordinario, e non solo in orario di chiusura al pubblico, di chi prende in carico a pagamento le salme dei defunti, allo scopo di prevenire azioni inconsulte a danno loro, dei feretri e delle relative suppellettili” continua Ancisi.

“Il 18 maggio è invece arrivata alle imprese di pompe funebri una disposizione scritta di Azimut che annuncia la “sospensione temporanea del servizio cassette con offerte per i defunti presso la Camera Mortuaria di Ravenna”. Già ieri avevamo già raccolto da Facebook commenti indignati al riguardo. Per quanto si dica di “una misura provvisoria…sino alla cessazione dello stato di emergenza sanitaria e comunque sino a quando l’uso della mascherina sia obbligatoria ovvero prassi raccomandata” e si dichiari che “si rende tuttavia doveroso, anche in coordinamento con il Comune di Ravenna e l’AUSL di Romagna, provvedere con altre misure per far fronte agli episodi delittuosi”, il divieto di esporre, da parte delle famiglie, la cassetta delle offerte a fianco della salma dei propri cari custodita presso la camera mortuaria (come sarebbe anche in chiesa nel caso delle cerimonie religiose) offende prima di tutto il senso dell’umana pietà. Le offerte sono un gesto di suffragio e di partecipazione alla sofferenza di una famiglia per la scomparsa di una persona cara, destinato generalmente ad opere di bene a beneficio di un ente indicato dalla persona stessa. La cassetta trafugata conteneva, ad esempio, offerte per l’hospice Villa Adalgisa di Borgo Montone. È dunque moralmente, prima che politicamente, deprecabile che si possa impedirlo” spiega Ancisi.

“Tanto varrebbe, in attesa che si accolga la nostra ragionevole proposta, lasciare la responsabilità di custodire la cassetta ai famigliari della persona defunta, cosicché, nei periodi diurni di loro assenza o anche di chiusura notturna della camera mortuaria, sia presa in carico da qualcuno di loro. Restiamo del parere che la nostra proposta sia fattibile senza rivoluzioni organizzative, ma questa soluzione, pur di ripiego, rispetta a un principio umanitario insopprimibile di fratellanza e di solidarietà. Si chiede al sindaco come intende disporre in proposito” conclude Alvaro Ancisi.