“I 9,820 chilometri della statale n. 16 Adriatica, alias via Reale, tra Ravenna, Camerlona, Mezzano e Glorie rappresentano il percorso stradale più pericoloso e tragico della viabilità ravennate, denominato più volte da Lista per Ravenna “tratto omicida”. Queste tre frazioni del comune di Ravenna, che esso attraversa su un’unica e ristretta carreggiata, afflitto da un traffico sfrenato di ogni genere essendo surrettiziamente l’unico punto di passaggio per i collegamenti e i trasporti tra l’Italia sud e l’Italia nord, gli hanno pagato e pagano tuttora un alto e ininterrotto tributo di sinistri, di sangue e di vite umane.

VARIANTE STRADALE IN PERENNE ATTESA

La soluzione, ignorata nel Piano  Regionale Integrato dei Trasporti (PRIT) dell’Emilia-Romagna dal 1998 al 2008, è la realizzazione di una variante della statale Adriatica stessa, esterna agli abitati, che lo colleghi con la superstrada Ravenna/Ferrara, ormai quasi interamente compiuta. Nel luglio 2019, grazie ad una proposta di emendamento avanzata da Lista per Ravenna tramite la Lega Nord, l’Assemblea regionale dell’Emilia-Romagna inserì finalmente nel nuovo PRIT 2025 questa variante, di cui tuttavia, a distanza di tre anni, non è stato nemmeno disegnato uno straccio di progetto preliminare di fattibilità. Incredibilmente, questo tratto è anche l’unico, nelle maggiori strade della provincia, non dotato di strumenti rallentatori della velocità, almeno uno per ogni località attraversata, che Lista per Ravenna ha invocato incessantemente.

TRE RALLENTATORI DI VELOCITà

Il 26 maggio 2022, l’amministrazione comunale ha finalmente potuto assumere la determinazione avente per oggetto: “Installazione di 3 box dissuasori di velocità (velox) ai km 144+897, 141+766 e 139+140 della statale n. 16 Adriatica”, da collocare rispettivamente, sul lato destro venendo da Ravenna: a Camerlona, numeri civici 40-42, poco prima del parcheggio del cimitero di guerra; a Mezzano Borgo Anime, civico 77, nei pressi del vivaio; e a Glorie, civico 269, poco dopo la profumeria.

La soluzione – ripetiamo all’infinito – è la variante stradale, ma quanto meno avremo a breve un minimo di deterrente alla smodata velocità, molto oltre i 50 chilometri orari, dei veicoli che attraversano i tre centri abitati. Ne chiariamo il senso e le ragioni, traendole dalle espressioni usate dalla Giunta comunale nell’atto di approvazione del progetto:

  • dai“[…] risultati dei servizi di controllo di polizia stradale svolti in passato […], eseguiti con apparecchiatura autovelox con tele laser, […] è emerso che una volta terminato il servizio della pattuglia, la velocità dei veicoli tornava a salire nuovamente, a conferma del fatto che questa attività non costitutiva una azione deterrente e non incideva sulla percezione dell’utente circa la reale situazione di pericolo”;
  • “[…] un contributo fondamentale all’aumento della messa in sicurezza della circolazione stradale ed al contrasto del fenomeno dell’incidentalità stradale può essere anche dato” da “appositi rilevatori di velocità gestiti direttamente dal Servizio Sicurezza e Polizia Locale di Ravenna, estremamente visibili agli automobilisti e recanti l’indicazione dei limite e della presenza del controllo elettronica di velocità; grazie a tale visibilità si otterrebbe un forte effetto dissuasivo sulla velocità lungo tutti i tratti coperti e per tutte le 24 ore; […] attraverso l’attuazione di questa attività di polizia stradale si prevede una riduzione dei comportamenti pericolosi sulla strada e quindi un aumento della sicurezza della circolazione”.

Occorre precisare che i velox o velobox sono in sostanza degli armadietti in cui di tanto in tanto (in realtà raramente) deve essere posto dalla Polizia Locale un misuratore della velocità tenuta dai veicoli che vi sopraggiungano, con obbligo che le violazioni del limite orario imposto siano accertate e multate da una pattuglia di agenti posta poco più oltre.

C’è voluto oltre un anno e mezzo dall’approvazione del progetto in cui questi interventi sono compresi, affinché l’ANAS (di male in peggio diventata società per azioni del gruppo Ferrovie dello Stato), richiesta di nulla osta in quanto proprietaria della strada, trasmettesse al Comune la richiesta di pagarle 397,04 euro per spese di sopralluogo e di istruttoria, subito versate. Palazzo Merlato confida che quest’ultimo ostacolo sia ora rapidamente superato, dovendo ANAS apporre poi la sola relativa segnaletica stradale.”