“Ho chiesto al sindaco, con un’interrogazione question time, di attivare un confronto con le società del trasporto pubblico di linea, su autobus o treno, perché, anche con una partecipazione finanziaria del Comune di Ravenna, si possa riconoscere alle famiglie dei nostri concittadini in età minorile che frequentano scuole o centri professionali lontani da casa il rimborso dei pagamenti effettuati per il servizio di cui non abbiano potuto usufruire a causa dell’emergenza coronavirus. Queste forme di trasporto fanno sempre capo a società interamente pubbliche, partecipate direttamente o indirettamente dal Comune di Ravenna: Start Romagna o TPER da un lato, Trenitalia-TPER dall’altro” afferma Alvaro Ancisi, Capogruppo di Lista per Ravenna.

“Il principio per cui, stante l’attuale emergenza sanitaria, “non è giusto che le famiglie paghino le rette anche per i periodi in cui non ricevono il servizio”, è stato affermato dal sottoscritto al sindaco, a proposito dei servizi per l’infanzia, in vista della conferenza dei capigruppo avutasi il 3 aprile. Condiviso ed esteso più in generale dal sindaco stesso, ha avuto una prima importante applicazione nell’accordo tra tutte le parti interessate, deliberato dalla giunta comunale il 2 aprile, che l’ha applicato ai nidi e alle scuole materne gestiti da soggetti privati, per un costo a carico del bilancio comunale di 424.000 mila euro. Con deliberazione del 5 maggio, la giunta l’ha messo in opera (a conferma di un impegno deliberato già il 10 marzo) per i medesimi servizi comunali e statali, allargandolo coerentemente anche ai servizi ausiliari attivi nelle scuole pubbliche dell’obbligo, quali ristorazione, pre-post scuola e trasporto scolastico. Il tutto a carico del bilancio comunale per 2.879.000 euro, non considerando i costi indiretti, assai superiori, del personale dipendente dal Comune durante la chiusura dei servizi per coronavirus” continua Ancisi.

“Per la mancata fruizione del trasporto scolastico erogato dal Comune, è stato riconosciuto alle famiglie degli alunni il rimborso del servizio pagato di cui non hanno potuto usufruire, anche sotto forma di bonus da scontare sugli acquisti successivi. Tale servizio è rivolto agli alunni residenti nel forese, in zone non servite dalla linea pubblica. Lo stesso problema riguarda dunque anche le famiglie degli alunni in età minorile che frequentano scuole o centri professionali avvalendosi del trasporto di linea pubblica, su autobus o su treno. Di qui la mia interrogazione al sindaco” conclude Alvaro Ancisi.