Riguardo al comunicato sugli accessi dei bambini e delle famiglie ai nidi e alle scuole materne, di cui mi è stata chiesta la sottoscrizione, il senso della mia firma non mette in discussione il decreto legge 2021 del 10 settembre, che ha introdotto l’obbligo di esibire la certificazione verde Covid-19 (Green Pass) per chiunque acceda ad una struttura scolastica ed educativa, compresi i genitori e gli adulti di riferimento che accompagnano i bambini al mattino e che li ritirano. Si riferisce invece ad una sua modalità di applicazione, disposta con una circolare del servizio comunale competente pubblicata il 13 settembre. Consapevole essa stessa, come scritto nel testo, della difficoltà imposta dai “tempi stretti di applicazione della norma, che si devono armonizzare con l’organizzazione dei servizi”, non si presta quindi alla sollevazione di crociate contro chiunque ne chieda degli accomodamenti.

Letti bene il decreto e la circolare, che avevo chiesto alla dirigente del servizio (respingo quindi, per la mia parte, ogni accusa di ignoranza o superficialità), ho ritenuto che la richiesta formulata dal documento non mettesse in discussione, a parte i toni eccessivi, alcunché del decreto, limitandosi a chiedere che i bambini frequentanti il medesimo plesso educativo o scolastico siano presi in carico dal personale delle strutture al cancello dell’ingresso e restituiti allo stesso modo in uscita alle famiglie, tutti allo stesso modo, “nel pieno rispetto delle leggi vigenti”. Chiaro che i genitori in regola col decreto possono poi entrare nel plesso quando necessario e consentito, mentre gli altri no. Si vuole solo non mortificare i bambini che si vedono condotti dentro la scuola dal personale lasciando fuori i propri genitori, mentre loro compagni ne sono invece accompagnati. Stiamo parlando di bimbi tra zero e 6 anni, che non possono capire perché alcuni entrano in scuola presi per mano dai genitori e loro no, e di quello che succede ai cancelli. Niente a che fare con le regole di ingresso nella struttura.

Io l’ho intesa così. Di questo discuto serenamente nel campo delle libere opinioni. I censori risparmino disquisizioni di replica col veleno. Sarebbe oltremodo meschino solamente considerando come la circolare del servizio, che non ha valore di legge e neanche di provvedimento amministrativo, ma solo di disposizione interna rivolta al personale di servizio, termina con questa espressione di buon senso: “Siamo consapevoli del fatto che la complessità delle indicazioni legislative ed i tempi ristretti che abbiamo a disposizione per l’organizzazione dei servizi, al fine di adempiere alla norma, possano contribuire a creare qualche disagio alle famiglie, ma al tempo stesso l’avvio delle procedure ci darà la possibilità di individuare le eventuali criticità e prevedere degli aggiustamenti.

Il documento incriminato ha chiesto un aggiustamento. Vietato discuterne? E mai dire niente di come il Governo metta in difficoltà, se non in crisi, chi deve obbedire a suoi decreti, quasi sempre farraginosi, emessi il venerdì per il primo giorno lavorativo successivo?