Il 7 ottobre scorso presentai al sindaco di Ravenna l’interrogazione “Accumulatrice seriale di animali in condizioni di maltrattamento”, in cui riprendevo una segnalazione del Nucleo di Guardie Eco Zoofile trascrivendo quanto segue: “Erano rinchiusi all’interno di un’abitazione di proprietà di una persona con evidenti problemi di accumulazione, costretti a vivere sempre reclusi in pessime condizioni igienico sanitarie…I gatti, tra cui una femmina in procinto di partorire, vivevano sempre reclusi nell’appartamento, in una situazione di estremo degrado, costretti a giacere tra le proprie feci, sporcizia e oggetti accumulati da anni dalla proprietaria, già nota da tempo ai servizi sociali come accumulatrice”. L’ENPA (Ente Nazionale per la Protezione degli Animali) si era rivolto a me, quale presidente della commissione consiliare Diritti degli animali (anche se questo incarico non dà titolo a svolgere funzioni di vigilanza sul funzionamento dei servizi comunali), per sapere cosa avesse fatto il Servizio sociale del Comune “per mettere la persona in condizione di non più nuocere agli animali, nonché di impedirle di accumularne degli altri da detenere in condizioni ‘criminali’ presso i vari immobili pubblici in cui è stata ed è alloggiata”.

Dalla risposta che mi è stata data si ricava che gli atteggiamenti dell’anziana signora in questione, nota da numerosi anni al Servizio sociale così come descritta qui sopra, ne avevano innescato, causa l’impossibilità di convivere coi vicini, ripetuti cambi di alloggio. “Nell’ultimo periodo – è scritto nella risposta – gli aspetti caratteriali critici della persona si sono accentuati rendendo difficoltoso il lavoro degli operatori che facevano accesso all’abitazione, perché non permetteva di procedere con l’igiene personale ed ambientale. Oltretutto, la presenza di nove gatti all’interno dell’abitazione peggiorava la situazione”. Dopo ripetute segnalazioni scritte tra settembre 2018 e giugno 2019, nonché contatti telefonici, rivolti all’ufficio Diritti degli animali, si è giunti alla determinazione di far collaborare tutti gli Enti coinvolti e organizzare l’allontanamento della signora e degli animali dalla sua abitazione. A seguito di tale segnalazione, il Servizio sociale ha chiesto collaborazione al corpo delle guardie zoofile, alla polizia municipale e ai servizi sanitari al fine di costruire un piano condiviso di intervento per allontanare sia la signora che i gatti. È stato infatti il Servizio sociale a coordinare tale intervento pur essendoci competenze specifiche da parte di altri soggetti istituzionali”. Dopo l’intervento, compiuto con “l’accesso all’abitazione della signora alla presenza dei diversi servizi coinvolti, la persona è stata collocata presso una casa famiglia ed i nove gatti hanno trovato una opportuna collocazione. La dimora è stata poi bonificata e attualmente il progetto di vita della signora non prevede un suo rientro a domicilio”.