“La notizia positiva, circolata ieri dalle nostre parti, è la risalita dal 51° posto al 56° posto nella qualità della vita guadagnato da Ravenna quest’anno. Si tratta in realtà della provincia, dove però, senza dubbio e anche guardando i dati, il comune capoluogo fa il cattivo tempo. Certo, chi sta bene o almeno se la cava non se ne andrebbe mai da qui. Ma è anche vero che questo “successo” non può gratificare chi vive in questa città o dintorni, tanto meno lusingare chi la governa da mezzo secolo” afferma Alvaro Ancisi, capogruppo di Lista per Ravenna.

Lo studio, commissionato dal quotidiano economico Italia Oggi al dipartimento di scienze sociali ed economiche dell’Università La Sapienza di Roma, è frutto di un lavoro scientifico, fondato su una mole impressionante di dati in massima parte certificati. Ma un esame appena attento della graduatoria porta subito a chiedersi cosa ci stia a fare il nome di Ravenna al 56° posto, quasi in fondo al gruppo delle 35 province che La Sapienza definisce di livello appena “accettabile”. Vi si legge anche, infatti, che “il gruppo di province caratterizzate da un livello di qualità della vita insufficiente è composto quest’anno esclusivamente da province dell’Italia meridionale e insulare”. E dietro Ravenna stanno solo 13 delle 47 province del nord Italia, tra cui solo Piacenza e Rimini dell’Emilia-Romagna” spiega Ancisi.

“Abbiamo dunque qualche mito di grandezza da sfatare. Come del resto il governo della nostra regione, neppure una provincia della quale compare tra le prime 25 di qualità “buona”. Guardando oltre il dato generale, si nota del resto che i ravennati producono affari e lavoro da alta classifica (13° posto), generando reddito e ricchezza (23°). Dunque i soldi ci sono, e pure le strutture sanitarie (22°) e del tempo libero (28°). Vivacchiamo però, o stiamo male, dov’è il governo cittadino a metterci molto di suo. Vivacchiamo come istruzione e formazione (51° posto) e sicurezza sociale (52°, in questo penalizzati per i morti da tumore, ma soprattutto, in fondo alla graduatoria, per i suicidi, i reati sessuali sui minori e gli infortuni sul lavoro)” prosegue Ancisi.

“Stiamo male, in ultima fascia, come popolazione (76° posto: vedi i tassi di mortalità, emigrazione e densità); come salute ambientale (78°: vedi l’inquinamento atmosferico e l’enorme quantità di rifiuti urbani, ma più centrata al riguardo è la classifica di Legambiente sull’Ecosistema Urbano, che abbiamo già commentato); e come reati e insicurezza (90° posto: vedi i reati contro la persona e il patrimonio, gli omicidi non volontari, le lesioni dolose o colpose, lo sfruttamento della prostituzione, le rapine in banca, e dove siamo da far west: 92° posto per la droga, 93° per gli scippi e borseggi, 94° per i furti, 106° per i furti in appartamento, penultimi in Italia)” conclude Alvaro Ancisi.