La tumultuosa seduta del Consiglio comunale di martedì scorso sullo straziante nuovo ponte di Savarna (alias Grattacoppa) è stata in realtà portata a termine mettendo d’accordo maggioranza e opposizione almeno sui due ordini del giorno proposti dal sottoscritto in corso di seduta e votati all’unanimità in chiusura.

  • Sul primo: “Rotonda urgente su via Basilica a sollievo del traffico provocato dalla chiusura del Ponte di Savarna”, che ha chiesto al sindaco “di attivarsi a fondo affinché il progetto di una rotonda all’incrocio tra le vie Basilica, Molinazza e Fenaria Vecchia sia realizzato entro il 2022, rispettando i tempi preannunciati dall’amministrazione comunale stessa”, si vedrà forse a breve l’avvio dei lavori, finora mancato.
  • Il secondo: “Nuovo ponte Grattacoppa, colpevole mancanza del cronoprogramma aggiornato e del fine lavori”, chiedendo al sindaco di “analizzare a fondo le cause che impediscono all’Amministrazione di esporre […] un cronoprogramma dettagliato dei lavori residui da compiere affinché le sia finalmente consegnato il nuovo ponte […] e di“disporre quanto necessario, col supporto eventuale dell’ufficio Legale, perché gli impedimenti siano rimossi, accertate le eventuali responsabilità esterne ed interne, punite le inadempienze e segnalate le eventuali illegalità” […], ha talmente mosso acque stagnanti che il giorno dopo, 12 ottobre, il servizio Strade del Comune ha pubblicato l’approvazione di “alcuni elaborati” di un “progetto di perizia di variante” (tutto può essere esaminato qui: https://cloud.comune.ra.it/owncloud/s/KFR5yt2BSwNbFRN), che in realtà portano in copertina la scritta: “AGGIORNAMENTO sett. 2022”, riguardo alle “opere di sostegno in terra rinforzata a paramento in pietrame […], lato Torri” (chiamate anche “gabbioni”).

Non si tratta però di una nuova variante rispetto a quella approvata dalla Giunta comunale (con grave colpevole ritardo) il 21 giugno 2022, bensì di una sua rielaborazione richiesta dalla RCB, l’impresa appaltatrice. Siccome la variante aveva utilizzato come parametri geo-meccanici quelli del progetto esecutivo iniziale risalente al 2018, RCB ha inteso commissionare in proprio una “nuova campagna di indagini geologiche e geotecniche” per “valutare in modo più realistico e con parametri desunti dal sito la stima dei cedimenti (del terreno) e il loro decorso nel tempo”, onde “conferire alle stesse maggior grado di sicurezza, sia in fase statica che soprattutto in fase sismica” (alias, prevenzione dei terremoti). Il lavoro deve essere stato convincente, perché il Comune l’ha preso tal quale “aggiornando” la propria variante del 21 giugno. Riassumendo in pillole la serie degli elaborati, sarà dunque aumentato, riguardo alle terre del lato Torri da rinforzare coi gabbioni di pietrame, “lo spessore della bonifica da realizzarsi al di sopra della porzione nuova di rilevato” e sarà aggiunto un “cordolo di cemento armato con funzione di sostegno e vincolo rigido delle barriere di sicurezza”, per essere “così maggiormente ammorsato con opportuna gradonatura al rilevato esistente”.

Rivelato quanto sopra, veniamo al dunque, che resta il cronoprogramma dei lavori residui da compiere per la consegna del ponte, compresa soprattutto la data finale. Il provvedimento  del servizio Strade (vedi il link di cui sopra) stabilisce “un nuovo termine contrattuale […], derivante dall’approvvigionamento dei materiali e dall’esecuzione delle terre armate […], pari a 75 giorni, cioè – con alto valore simbolico – il giorno dopo la nascita del Salvatore. Peccato che, toccando per legge all’impresa costruttrice l’obbligo di presentare il nuovo cronoprogramma, “in data 22 settembre 2022” – è scritto nel provvedimento stesso – “l’appaltatore, oltre alla trasmissione della relazione tecnica prodotta da un tecnico incaricato dallo stesso, evidenziando alcune criticità, confidava nella risoluzione delle problematiche indicando che il termine per ultimare i lavori non potrà essere inferiore a 150 giorni dalla risoluzione delle stesse”. Quali siano queste “criticità”, che solo quando risolte farebbero scattare i 150 giorni ipotetici, sono taciute anche questa volta ai cittadini. Sarebbe dunque ipotetico anche l’11 marzo 2023, pur facendo scattare, il 12 febbraio, il terzo compleanno dal parto dell’opera.

Si è allungato il tunnel in fondo a cui ci era sembrato di intravvedere la luce, ma da dopo il Consiglio comunale di martedì scorso, si ragiona almeno sul concreto, non più sulle chiacchiere. Perché si intravveda a breve distanza il porto sicuro, ci vorrà un insistente tallonamento suppletivo. Questo è il 12° che abbiamo prodotto dal 1° settembre 2020 in poi. Lavoriamo per la fine.