Il 6 maggio 2011, rivolgemmo al sindaco un’interrogazione sulla “Pista ciclabile infelice di via Canalazzo”. Riportavamo le lamentele ricevute da famiglie residenti e da ciclisti circa la pista ciclopedonale costruita a lato della via Canalazzo, che, partendo dall’incrocio tra via Cavina e la circonvallazione nord della città, terminava in aperta campagna, a pochi metri dal passaggio a livello della linea ferroviaria per Ferrara, senza condurre da nessuna parte, in particolare al borghetto di via Codarondine e a Sant’Antonio. Il progetto fu deliberato dalla Giunta Matteucci ai primi di febbraio 2009, col seguente impegno: “La parte restante del percorso verrà realizzata una volta tombato il canale esistente”.

Nella sua risposta, l’assessore ai Lavori pubblici e al Traffico scrisse, tra l’altro: “Sono diversi anni (almeno dieci) che sia la Circoscrizione che il Comitato cittadino di Sant’Antonio richiedevano la messa in sicurezza della via attraverso firme e petizioni. Lo stesso Piano Strategico Comunale (PSC) 2003 prevedeva nel tratto in questione di via Canalazzo un adeguamento funzionale, proprio perché la strada stessa presentava un livello di sicurezza assolutamente inadeguato per il volume di traffico anche pesante presente. La stessa tavola di PSC relativa alla mobilità ciclabile prescriveva la realizzazione di un percorso ciclabile […]. La via Canalazzo è una strada molto trafficata e la sede stradale risultava inadeguata (appena 5 metri di larghezza senza banchine laterali), costituendo un vero pericolo per qualsiasi utente debole o pedone che fosse. L’intervento non solo ha consentito la realizzazione di un percorso ciclopedonale che mancava completamente, ma è stato sensibilmente migliorato il livello di servizio ed il grado di sicurezza della strada stessa che è stata per quanto possibile allargata […]. Certo sarebbe stato meglio realizzare anche il tratto al di là della ferrovia fino al sottopasso carrabile (della statale 309 DIR nda). […] In questo caso, è stato realizzato un primo stralcio e se ci saranno risorse sarà considerata l’ipotesi di completare la pista fino al sottopassaggio per Sant’Antonio […]. Non sarebbe poi così problematico […]. Già durante la progettazione del tratto realizzato si era verificato che al passaggio a livello ci sono spazi sufficienti per prevedere l’attraversamento della pista ciclabile. Si tratterebbe poi di sistemare la banchina laterale fino al sottopassaggio con un semplice tombamento”.

Sarebbe stato facile, ma sono ormai passati inutilmente oltre 13 anni. Nel frattempo un fiume di risorse finanziarie si è reso disponibile nel bilancio investimenti del Comune di Ravenna, soprattutto a partire dalla prima Giunta de Pascale (anno 2016). Ma l’Amministrazione si è totalmente dimenticata del secondo ed ultimo stralcio di questa pista.

I cittadini interessati sono invece tornati alla carica, soprattutto da Sant’Antonio. Sollecitando più volte il nostro interessamento, hanno sottolineato quanto sia pericoloso percorrere in bicicletta il tratto in questione, privo assolutamente di protezione. Chiediamo pertanto al sindaco se intende avviare l’iter progettuale e finanziario per il completamento della pista ciclopedonale di via Canalazzo tra la ferrovia e il sottopassaggio della statale 309 DIR.