“Sul territorio ravennate la seconda ondata del Covid ha colpito e colpisce ferocemente, molto più della prima, nonostante le strutture pubbliche o d’interesse pubblico deputate a fronteggiarlo, a prevenirne la diffusione e a vigilare sul corretto adempimento delle norme cautelative siano state nel frattempo provviste di maggiori conoscenze, rimedi, strumenti, dotazioni e risorse umane e finanziarie atti all’esercizio delle funzioni e dei compiti loro propri. Il confronto tra il prima e il dopo si riassume nel fatto che in primavera le giornate peggiori hanno registrato 80 contagi, che ora sono diventati 250, più che triplicati, producendo tra l’altro il dato tragico di un aumento, nel novembre appena terminato, del 42% delle morti rispetto allo stesso mese del 2019. La provincia di Ravenna è sottoposta all’aggressione virale anche più pesantemente che in quelle vicine, pur essendo in pari condizioni sociali, economiche, strutturali e gestionali. Il dott. Paolo Bassi, primario delle Malattie infettive nell’ospedale pubblico di Ravenna, riferendosi all’altissimo tributo di contagi pagato dagli ospiti e dagli operatori delle strutture per anziani, nonostante siano state sottoposte a più stringenti disposizioni anti-Covid, ritiene che potrebbe non esserci stata la dovuta attenzione ai maggiori rischi che incombono sulle persone fragili in età media ultra ottantenne.

Pur dovendosi distinguere le strutture che hanno fatto in pieno il loro dovere dalle altre, i termini complessivi di questa situazione sono ben noti a Lista per Ravenna non da adesso. Ad esempio, il 16 novembre, dopo aver raccolto informazioni dotate di credito, abbiamo rivolto al sindaco l’interrogazione: “Controlli su formazione e protezione del personale in talune strutture sanitarie e ricettive private”, segnalando che “in talune strutture sanitarie e ricettive private, spesso convenzionate col servizio pubblico, il personale in servizio, contrariamente a quanto avviene generalmente in quelle pubbliche ad ogni effetto, non appare convenientemente formato in materia di prevenzione del contagio da coronavirus, né fornito adeguatamente dei dispositivi di protezione individuale (DPI)”. Lamentavamo dunque “anche l’assenza di controlli, tanto meno di sanzioni per le inadempienze, viceversa da quanto avviene negli esercizi commerciali privati ad ogni effetto”. Da parte dell’AUSL Romagna, per quanto di competenza, la risposta del direttore generale Carradori ci ha attestato come l’azienda abbia rivolto e/o proposto un’attività alquanto intensa di formazione ai gestori dei servizi accreditati (CRA, CSRR, CDA, CSRD) e delle case famiglia, comunità alloggio, case di riposo, case albergo.

Ieri abbiamo esposto al sindaco notizie allarmanti su una di queste strutture più gravemente colpita dall’aggressione virale, pervenuteci dall’interno, rivolgendogli un’interrogazione, con richiesta di risposta scritta per non pubblicizzarne il nome, affinché siano disposte al riguardo “le azioni di verifica, di vigilanza e di prescrizione utili a risolvere le criticità”, che abbiamo indicato nell’inadeguato rispetto delle norme dettate dallo Stato e dalla Regione relativamente a quanto segue:

  • l’utilizzo corretto della mascherina, preferibilmente del tipo ad alta protezione FFP2, da parte del personale;
  • il distanziamento sociale fra utenti e fra utenti e personale;
  • l’utilizzo di barriere fisiche trasparenti o altre modalità che garantiscano il distanziamento nella portineria e nei punti di accoglienza;
  • la separazione fra reparto attenzionati al Covid ed i restanti degenti, compresi i depositi di materiali;
  • il rispetto dei requisiti igienico-sanitari specifici in caso di preparazione, distribuzione e consumo di pasti in struttura;
  • la suddivisione degli spazi fra utenti Covid e non;
  • la separazione del personale dedicato ai agli utenti Covid e non;
  • l’igienizzazione frequente delle mani da parte di operatori ed ospiti;
  • l’areazione dei locali.

Daremo puntuale informazione, come sempre, della risposta che ci perverrà, ritenendo al riguardo che debbano essere massimi l’attenzione e l’impegno delle istituzioni pubbliche, come delle imprese e dei cittadini, nell’esercizio delle rispettive responsabilità