In via Rocca ai Fossi 20, c’’è una palazzina dell’’AUSL abbandonata al degrado e al bivacco di sbandati. I residenti in zona hanno lanciato l’’allarme. L’’AUSL, dopo aver chiuso il cancello principale d’’ingresso con un lucchetto, mancante da due anni, ha risposto restaurando l’’ampia parte di recinzione divelta, da cui si passava facilmente, e affermando di volerla rafforzare e innalzare. Il cancello principale, quello secondario su via Falier e tutta la recinzione, salvo la parte restaurata, sono totalmente invasi dalla ruggine. Qualche pianta deborda, anche vistosamente, via Falier. Si notano all’’interno due alberi con le radici fuori terra, caduti col fortunale del 2016 (di cui solo uno tagliato e asportato), e tracce di alloggiamenti abusivi. Si temono, in caso di ulteriori tempeste, cadute di altri alberi, non adeguatamente potati, ma soprattutto una deriva di ordine pubblico, sul modello dei troppi edifici vuoti che a Ravenna hanno spesso funzionato come tane di malvivenza.

Il problema è annunciato da tempo. La foto allegata è stata scattata da Stefano Donati, consigliere territoriale di Lista per Ravenna, il 19 gennaio 2018. Ma la battaglia della nostra lista civica ha radici politiche più profonde.

UNA STORIA LUNGA
La palazzina, elegante, con un bel parco e ben curata, sorse nel dopoguerra. Per molti anni, fu sede del Dispensario Antitubercolare, diretto dal compianto prof. Antonio Bassi. Quando la tubercolosi fu sostanzialmente debellata, passò in carico al SERT, servizio per la tossicodipendenza, dilagata la quale si dimostrò assolutamente carente a reggere la pressione quotidiana della gran massa di persone da assistere. Si contarono fino a 1.300 assistiti, di cui 750 stabili, due terzi tossicodipendenti e il resto alcolisti. La collocazione della sede in pieno centro storico, in una zona scarsissima di parcheggi, densamente abitata, priva di servizi sanitari, frequentata dagli studenti delle scuole vicine, dalle famiglie in transito coi loro bimbi verso la vicina Rocca Brancaleone e dai turisti verso la Rocca stessa e il Parco Teodorico, poneva acuti problemi di disagio, sia per gli utenti stessi del SERT, sia per i residenti e i passanti, sia per il traffico veicolare. Nel 2001, Lista per Ravenna lanciò allora una petizione, che, sottoscritta da 478 cittadini, chiedeva il trasferimento di questo servizio in “un’’altra zona della città, dotata di ampio parcheggio, di facile accessibilità, di vicinanza coi servizi sanitari e di pronto soccorso: caratteristiche proprie dell’’ampia zona dell’’ospedale civile di Ravenna e in quelle adiacenti”. Il 1° agosto, l’’AUSL rispose positivamente, in consiglio comunale, alla richiesta, affermando che stava “lavorando per poter avere la nuova sede verso la fine del 2004”. Nonostante le cicliche sollecitazioni di Lista per Ravenna, il trasferimento in zona ospedaliera è però avvenuto solo dopo 15 anni, esattamente il 4 maggio 2015. Data da allora l’’abbandono a se stessa della vecchia palazzina, premessa dell’’immancabile scadimento.

BENE IMMOBILE DA VALORIZZARE
Fin dalla petizione del 2001 avevamo ben considerato che la chiusura dell’’immobile avrebbe posto il problema del suo riutilizzo. Segnalammo allo scopo che il piano regolatore di Ravenna ne aveva previsto, accanto alla destinazione come servizio pubblico, anche le “funzioni abitative” come residenza privata. Indicammo dunque all’’AUSL, anche per fronteggiare le spese per la costruzione della nuova sede del SERT (che ha richiesto, in effetti, 1.800.000 euro di denaro pubblico), che avrebbe potuto venderla all’asta con un buon ricavo, dato che si trovava in un’’area residenziale di pregio ed in buono stato. Non se n’è sentito niente.

Ora però l’’AUSL deve dire cosa vuol farne, essendo ingiustificato che un bene patrimoniale di pregio come questo presenti solo dei costi di manutenzione e cura, oltretutto finora trascurati. Mi rivolgo dunque al sindaco di Ravenna, membro e rappresentante dei cittadini ravennati nella Conferenza Sociale e Sanitaria, organo di indirizzo e di controllo politico-amministrativo dell’’AUSL Romagna stessa, per chiedergli se intende intervenire presso la Direzione aziendale affinché:

  1. disponga l’’effettuazione di un programma continuativo di manutenzione ordinaria e di cura dell’immobile ex SERT e l’’effettuazione degli interventi straordinari eventualmente necessari;
  2. chiarisca come intendere mettere a reddito tale bene patrimoniale, necessità strutturale per stabilirne un conveniente riutilizzo, allontanandone il rischio di decadimento, degrado e frequentazioni insane.