Il Comune di Ravenna ha approvato di aumentare del 3% per il 2022 le tariffe dei servizi mortuari, gestiti dalla società Azimut. Questa società è per il 60% di parte pubblica, nella quale il Comune di Ravenna è largamente predominante, e per il 40% di parte privata cooperativa. Tre membri su cinque del consiglio di amministrazione se li sono divisi i partiti di maggioranza della componente pubblica: il presidente è un ex consigliere comunale del PD non appena cessato dalla carica. Lista per Ravenna disapprova il suddetto aumento, giustificato dall’incremento del costo della vita tra ottobre 2020 e ottobre 2021, in base al contratto originario della gestione mista pubblico-privata, che tuttavia è facilmente derogabile per volontà politica.

QUANTO CI COSTA MORIRE

Di seguito, un campione significativo dei nuovi prezzi cimiteriali: la richiesta di autorizzazione al trasporto e/o al seppellimento 139 euro per la sola pratica burocratica; la vestizione e preparazione di una salma nella camera mortuaria 200 euro; la fornitura e chiusura standard dei rivestimenti di zinco interni alla bara 168 euro (277 euro fino a cm 215; 294 oltre cm 215); una fossa in terra per il proprio defunto 578 euro, di cui 289 per seppellirlo e altrettanti per disseppellirne obbligatoriamente i resti dopo 10 anni: se lo si chiede prima,140 euro in più; 82 euro la verifica tecnica per collocare a proprie spese una lapide senza contorno nel campo comune delle fosse, con il contorno 153; un loculo in seconda o terza fila 2.982 euro; una celletta 362; un metro quadrato di terra 2.019 euro nel cimitero di Ravenna, negli altri cimiteri 1.733 (il costo medio per un metro quadrato di terreno edificabile nell’Italia del nord è di 600 euro); un’edicola di famiglia a schiera in posizione intermedia 2.244 euro; la cremazione di una salma 607 euro.

PERCHÉ NO

Le ragioni di merito della nostra contrarietà sono almeno le seguenti.

  • L’aumento del costo della vita non si riflette sui redditi familiari da lavoro o pensione, su cui il “caro defunti” incide totalmente. Anzi li penalizza fortemente nell’anno presente, a causa dell’enorme incremento delle bollette. I Comuni, che sollevano manifestazioni contro il Governo per il proprio “caro bollette”, dovrebbero guardarsi bene dall’infierire essi stessi sulle bollette dei propri cittadini.
  • Dai servizi mortuari, Azimut incassa oltre la metà dei propri ricavi: 6,1 milioni su 11,6 nell’ultimo bilancio approvato. Risulta, nello stesso anno, un risultato positivo complessivo di 1 milione e 78 mila euro pari al 9,0% del fatturato, maggiore del 10% rispetto all’anno precedente, superiore al budget di 416 mila euro (+63%). Questa percentuale di “guadagno” netto è in linea con quella di tutti bilanci precedenti a partire dal 2012, primo anno di vita di Azimut. Ma ci pare ingiusto che, dalla gestione di servizi comunali condotti in regime di monopolio (oltre a quelli mortuari, il verde pubblico, le disinfestazioni, le toilette e i parcheggi), si debbano ricavare utili di questa entità: quasi una sopratassa, giacché i Comuni dovrebbero farsi pagare i servizi che erogano ai cittadini per quello che costano, non per guadagnarci loro stessi e i loro cogestori, soprattutto quando ciò significa aggravare il “caro defunti”.
  • I prezzi dei servizi comunali applicati agli utenti in regime di monopolio non dovrebbero esorbitare da quelli di mercato, altrimenti meglio affidarli con singole gare d’appalto alla migliore offerta per costi e qualità, sottoposta a controlli rigorosi durante la gestione. Né si può dire che il giudizio dei cittadini sui servizi erogati da Azimut godano di largo consenso popolare, dimostrando il contrario le cronache di tutti i giorni.

Per quanto sopra esposto, chiedo dunque al sindaco se intende attivarsi affinché si rinunci, per il 2022, ad imporre un aumento del 3% alle tariffe mortuarie.