Per tutte le amministrazioni pubbliche, il primo trimestre di ogni anno è utile a produrre i dati definitivi dei propri servizi rispetto al precedente esercizio finanziario. Così è stato nella nostra città col MAR, museo d’arte di Ravenna, del cui andamento si è molto discusso, approssimativamente, nel 2018. Il tema agitato è notoriamente il confronto tra l’era dell’ex sindaco Matteucci, che, tramite il prof. Claudio Spadoni, aveva portato il MAR al sesto/settimo posto nelle più autorevoli graduatorie dei musei italiani, e la nuova era del sindaco De Pascale, che a metà 2016, appena arrivato, decise di fare senza Spadoni. Per fornire al quesito una risposta oggettiva, pare ora indispensabile prendere in esame i dati certi, non “politici”, attestati dai borderò e certificati dagli atti di bilancio: cioè i dati sugli ingressi a pagamento.

INCASSI E VISITATORI PAGANTI 

  1. Ebbene, nel 2018, i visitatori paganti del MAR sono stati 16.878, per un incasso di 140.312 euro. Al netto delle visite alle collezioni permanenti e alle altre mostre a pagamento (la “Montezuma”, per la sua ultima settimana di gennaio, e l’ “Andante”), ?War is over, grande mostra dell’anno, ha raccolto, comprese le due settimane di gennaio 2019, 136 visitatori paganti, per un totale di 80.497 euro. Il confronto con gli ultimi due anni della gestione Spadoni (peraltro in discesa, rispetto agli anni d’oro, causa tagli drastici ai finanziamenti) è spietato: nel 2015, con la grande mostra “Il Bel Paese” e nel 2016 con “La seduzione dell’antico”, gli incassi sono stati rispettivamente di 285 mila e 254 mila euro.
  1. Altri indicatori significativi, soprattutto per il turismo della città d’arte, sulla scarsa attrazione in cui il MAR è precipitato sono offerti dalla celebrata Romagna Visit Card, dei cui 55 siti storici ed artistici eccellenti, romagnoli e ferraresi, questo nostro museo fa parte, insieme ad altri 8 monumenti e musei ravennati. Con questa carta, che costa 17 euro facendone risparmiare 280 a chi percorre l’intero circuito, sono entrati nel 2018 al MAR 245 visitatori, poco più di mezza persona per giorno di apertura, mentre l’hanno acquistata qui in 21, meno di due al mese: posizioni ovviamente da fondo classifica.
  2. Gli incassi dal bookshop, punto di vendita di cataloghi, pubblicazioni e oggettistica varia, sono stati, nel 2018, di 30.553 euro, in media 83 al giorno; per la grande mostra ?War is over, se ne sono ricavati 3.490,18, cioè 35 al giorno, sui 99 di apertura.

I numeri, che non sono opinioni, dimostrano dunque come il MAR, pur bello, all’avanguardia e “partecipato” quanto lo si voglia declamare, sia tornato ad essere un museo di provincia, non già di una capitale culturale.

QUANTO CI COSTA
Ma la nuova gestione è forse costata meno? Al contrario. Tra i 739 mila euro di spesa corrente pubblica scritti nel proprio bilancio, di cui 500 a carico del Comune, e i 902 mila euro di costi generali a carico del bilancio comunale, il disavanzo (mai visto) è stato di oltre il 91%. Per non dire che, pur di richiamare gente, a parte le migliaia di biglietti gratuiti offerti in più occasioni e periodi dell’anno, il MAR è stato illuminato, durante le feste di Natale, insieme solo a San Vitale e alla piazzetta Unità d’Italia, dal notoriamente costosissimo video-mapping. Ma non si è toccato il fondo. Nel 2019, a fronte di costi sostanzialmente invariati, il bilancio or ora approvato prevede entrate di gestione ancora in discesa, pari a 95 mila euro.

MUSEO VIVO TUTTO L’ANNO
La dirigenza del MAR sostiene però che si è voluto avere un “museo vivo durante tutto l’ anno, non solo durante la grande mostra come accadeva in passato”. Al che l’ex direttore Spadoni ha dovuto ricordare che nel suo MAR non c’è mai stato periodo dell’anno privo di iniziative e attività espositive, giacché, tra una mostra principale e l’altra, si organizzavano in successione: un’antologica dedicata ad artisti di larga notorietà, il ciclo di “Komikazen” (mostre dedicate a protagonisti internazionali del fumetto), la RAM (rassegna di artisti dell’ ultima generazione), il GAEM (concorso e mostra di giovani mosaicisti internazionali), il ciclo “Critica in Arte” (con tre giovani critici che presentavano tre giovani artisti), infine la mostra dei giovani vincenti al “Premio Marina di Ravenna” di arte estemporanea.