“I parcheggi comunali gestiti dalla cooperativa San Vitale dando lavoro a ragazzi disabili sono il Giustiniano in via Don Minzoni, quello della stazione ferroviaria e quello di via Bezzi (retro della Polizia municipale). Il 4 maggio, giorno di riapertura del parcheggio Giustiniano dopo il blocco anti-virus, la cooperativa San Vitale, che lo gestiva da oltre trent’anni, era stata diffidata dal Comune, con una telefonata, a sgombrarlo entro 10 giorni, lasciando a casa senza prospettive i 10 ragazzi disabili che vi lavoravano, benvoluti da tutti gli automobilisti utenti. Di qui la mia interrogazione al sindaco del 10 maggio, che gli chiedeva di fermare lo sgombro del parcheggio, di discuterne il progetto di riqualificazione con la San Vitale per cercare una soluzione condivisa e comunque di non lasciare senza lavoro i ragazzi. Una prima risposta è nei fatti. Il 14 maggio lo sfratto non c’è stato, e non ci sarà fino a quando il sindaco non manterrà la promessa fatta ora di garantire gli inserimenti lavorativi dei ragazzi stessi” spiega Alvaro Ancisi, Capogruppo di Lista per Ravenna.

“Le colpe dell’amministrazione comunale non sono da codice penale, ma politico/comportamentali.

  1. Avendo l’area in concessione dalla Soprintendenza di Ravenna, l’ha affidata in gestione alla San Vitale fino al 2015. Ha poi mantenuto scorrettamente la situazione in stallo per cinque anni, anche se la cooperativa ha rispettato i propri obblighi, compreso il pagamento dei canoni. Causa una modifica di legge intervenuta il 23 dicembre 2014, non sarebbe però stato possibile rinnovare la convenzione con la San Vitale senza indire una gara pubblica a livello almeno nazionale, che ne avrebbe messo a rischio il proseguimento dell’attività, compreso il lavoro dei ragazzi disabili.
  2. Il problema non si sarebbe posto se il Comune, alla scadenza originaria del contratto 2007-2013, lo avesse rinnovato tempestivamente per altri sei anni, stessa durata dei precedenti contratti, avendo invece proceduto per due anni con proroga, come se stesse guadagnando tempo per andare in direzione diversa, cioè verso l’affidamento ad Azimut spa, gestore di tutti i suoi altri parcheggi. Di qui il pasticciaccio dei successivi cinque anni, gestiti fino ad oggi dalla San Vitale, suo malgrado,  “senza titolo di legge” (ma non illegittimamente, gli atti del Comune non essendo stati impugnati).
  3. Si è   saputo che, a fronte della necessità di importanti lavori di ristrutturazione e di messa a norma del parcheggio, unitamente alla riqualificazione delle antiche mura che lo delimitano, il Comune ha deciso, senza discuterne con nessuno, di affidarne i lavori e la successiva gestione del servizio ad Azimut, potendolo fare senza gara trattandosi di una sua società mista, di cui possiede il 60%. È stata però tagliata fuori da ogni trattativa la San Vitale, che pure fa parte della componente privata di Azimut, “licenziata” infine con una telefonata” continua Ancisi.

“Lista per Ravenna continua a sostenere che la San Vitale avrebbe potuto concorrere, dietro intesa tra Comune e Soprintendenza, a candidarsi essa stessa per realizzare, con un project financing, la riqualificazione del parcheggio, ottenendone poi la gestione. Ha già dimostrato grandi capacità nel formulare progetti complessi altamente innovativi, entro cui dà lavoro a 200 ragazzi disabili. Il punto molto avanzato in cui la Giunta comunale è però arrivata a definire il rapporto con Azimut, sia pure nella totale mancanza di trasparenza, ci suggerisce di attestarci sul seguente fronte più realistico:

  1. prima di sgombrare il parcheggio Giustiniano in vista del progetto di riqualificazione, è indispensabile un accordo tra Comune, Azimut e San Vitale;
  2. l’accordo dovrà estendersi anche alla sorte dei parcheggi della stazione ferroviaria e di via Bezzi, essendo entrambi nella medesima condizione di stallo del parcheggio Giustiniano;
  3. si potrà dunque riservare un ruolo alla San Vitale entro Azimut, gestore di tutti gli altri parcheggi comunali, cosicché, nel complesso di questi servizi, siano mantenuti i posti di lavoro finora occupati da soggetti disabili, altrimenti molto difficilmente collocabili;
  4. di conseguenza, non solo automatizzare, ma anche umanizzare il settore comunale della sosta a pagamento, finanziato dagli automobilisti ravennati con 2,1 milioni l’anno: entro i 950 mila euro detratti da questa somma per pagare il servizio reso da Azimut (dati del consuntivo 2019), un po’ di spazio potrà essere occupato da chi, pur con delle disabilità, ha dimostrato di saper fare questo lavoro con un sorriso in più” conclude Alvaro Ancisi.