Giovedì 27 giugno, durante la presentazione dei tre nuovi primari nominati a gennaio nell’ospedale pubblico di Ravenna, nel quale è previsto anche l’ingresso dell’Università di Bologna, il sindaco di De Pascale ha annunciato la candidatura dell’ospedale stesso a campus universitario di Medicina e Chirurgia, quasi un “Sant’Orsola della Romagna”. Ha aggiunto che “Il Santa Maria delle Croci ha una parte strutturale che la rende una delle migliori, più avanzate e moderne strutture ospedaliere della Regione”, spiegando poi che “di recente si è riaperta la discussione sull’ampliamento dei posti al corso di laurea di Medicina e Chirurgia”, legittimando l’idea “di portare in Romagna questo ampliamento, anche se naturalmente è una decisione che va presa insieme a tutti gli altri territori della Romagna”.

L’annuncio si è mostrato infelice secondo Alvaro Ancisi, capoguppo di Lista per Rvenna, avendo provocato l’immediata reazione del nuovo sindaco di Forlì, Gianluca Zattini: “Ritengo che il campus universitario di Forlì sia l’unico, in Romagna, ad avere tutte le carte in regola per accogliere e sviluppare la facoltà di medicina…Forte anche del contributo scientifico e di ricerca dell’ Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (I.R.S.T.) di Meldola, dell’offerta didattica e degli investimenti in corso per ampliare ulteriormente il campus, è il candidato per eccellenza ad ospitare il corso di laurea di Medicina e Chirurgia. Crediamo quindi che quella di De Pascale sia una precipitosa fuga in avanti. Questa città gode della professionalità e dell’esperienza di decine di medici e ricercatori che non possono che arricchire la qualità della didattica e che sono il primo tassello per fare di Forlì il vero Sant’Orsola della Romagna”.

«De Pascale» commenta Ancisi «aveva affermato, a motivazione della sua “idea”, che in Romagna “siamo il Campus che ha meno studenti”, condizione di cui in verità, spesso celebrandone entusiasticamente gli sviluppi, ci si dimentica, invece che recitare il mea culpa. Altrettanto giustamente ha poi detto che “in una logica di riequilibrio ci sta”. Ma le ragioni di Ravenna devono essere discusse prima con le altre città della Romagna, tra cui Forlì, ora diversa anche come governo politico. Gli annunci impulsivi producono solo diffidenze e maggiori ostacoli. Gli atteggiamenti padronali sono cosa sbagliata in qualsiasi realtà democratica, a partire dalla propria, ma sono devastanti in casa d’altri».