L’indignazione degli abitanti nelle frazioni a nord di Ravenna, con al centro Savarna, per i lavori sospesi dal 2 maggio scorso sul nuovo Ponte Grattacoppa, senza che se ne sappia niente del seguito, è sfociata nel postare indistintamente sulle pagine facebook “politiche” l’hashtag generico “#finiamoilpontedisavarna”. Esso sorvola però sul fatto che le ultime dichiarazioni espresse al riguardo da chi governa questa città e ne gestisce e vigila i lavori sono state del sindaco, il giorno di ferragosto, “Stiamo facendo di tutto per concluderlo entro fine anno”, e il 28 agosto alla Festa dell’Unità, Un ritardo come quello accumulato dai lavori al nuovo ponte è incredibile. Mi scuso. L’ obiettivo è aprirlo entro l’anno”. Non sto a ripetere perché giudicai attendibile, pur sempre molto ottimisticamente, questo obiettivo, alla condizione però che ai primi di questo settembre l’impresa avesse ripreso i lavori, sulla base di un crono programma vincolante che ne stabilisse il termine.

A tutt’oggi però il cantiere è ancora immobile, e siccome i lavori da finire impegneranno verosimilmente tra i 3 e i 5 mesi, il rischio – come già ammonii dicendo “o la va o la spacca” – è che la riapertura del ponte si trascini a tempo indeterminato, in uno stato palese di illegalità, qualora nel giro di giorni non si dica esattamente come stanno le cose (nessuno della Giunta de Pascale, invocata più volte, lo ha mai fatto) e si ripristini una condizione di regolarità che manca almeno da tre mesi. Ho dunque rivolto, in via ultimativa, al capo-servizio Strade del Comune di Ravenna, tenuto a rispondermi entro cinque giorni lavorativi, alla seguente istanza di accesso alle informazioni e agli atti.

ISTANZA ULTIMATIVA

<Egregio dirigente, premetto quanto segue, con beneficio dei limiti di conoscenza insufficiente o imprecisa, non dovuti a cause imputabili al sottoscritto, in quanto esterno “ai lavori”. Il 2 maggio scorso il Comune ha disposto la chiusura del cantiere addetto alla ricostruzione del ponte in oggetto. L’ultima proroga concessa per la conclusione dei lavori è stata di conseguenza dilatata dal 27 maggio al 25 giugno. Il 10 giugno, l’assessora Del Conte ha detto: ‘Lo scorso 31 maggio gli uffici tecnici hanno ordinato alla ditta di procedere con le terre armate e ultimare le lavorazioni sul ponte […] a partire dalle rampe laterali per salire sul ponte, che per motivi di sicurezza legati alle piene del fiume è stato realizzato più in alto rispetto a quello precedente’. La variante in corso d’opera, tuttavia necessaria per eseguire – d’intesa con l’impresa appaltatrice – i lavori di cui sopra difformi dal progetto originario, è stata però deliberata dalla Giunta comunale solo il 17 giugno. Nell’Atto di sottomissione e concordamento nuovi prezzi” allegato alla deliberazione, si legge che: “Per effetto dell’esecuzione dei lavori di cui trattasi viene assegnato un termine aggiuntivo per l’ultimazione dei lavori, di giorni 90 (novanta) naturali e consecutivi”. In teoria fino al 28 settembre. Sta di fatto però che a tutt’oggi il cantiere non è stato riaperto, senza che nessun atto dell’amministrazione comunale, a quanto conosciuto dal sottoscritto, ne abbia dato ragione e senza che nessuna spiegazione ne sia stata data all’informazione pubblica.

Si verifica perciò una situazione che, se non smentita, configura una palese vistosa illegalità, perché l’impresa ha l’obbligo di condurre a termine i lavori nei tempi fissati (e il 28 settembre sarebbe comunque largamente irraggiungibile) a prescindere da qualsiasi sua riserva o contestazione che potrà far valere a parte, senza che il Comune abbia assunto i dovuti provvedimenti dei suoi riguardi, a partire dalla risoluzione in danno del contratto d’appalto. Sono perciò a chiederLe risposta, gentilmente corredata di spiegazioni ed eventualmente da copia di scritti documentativi, ai seguenti interrogativi: “Quando riaprirà il cantiere in questione e con quale cronoprogramma che definisca il termine finale dei lavori? In mancanza di risposta, quali provvedimenti conseguenti sono stati o saranno assunti entro quale tempo, affinché il ponte non resti incompiuto all’infinito?”. Le segnalo, non mia, l’urgenza della risposta>.

POSSIBILE INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO

Naturalmente, mi auguro che si manifestino finalmente i chiarimenti e i dati certi che da troppo tempo sono stati negati a noi e ai cittadini. Se tutto però resterà indefinito e le cause nascoste, potendosi evidentemente ipotizzare, per non dire altro, l’interruzione di un pubblico servizio (art. 331 codice penale), di entità peraltro macroscopica stando alla lunga durata e ai danni vistosi prodotti all’amministrazione comunale e alla cittadinanza, non resta che trasferire l’ormai corposo dossier all’esame della Procura della Repubblica.