“Lista per Ravenna ha più volte contestato come il trasporto pubblico su autobus sia da tre anni a questa parte sempre più in sofferenza. I sindacati regionali dell’UIL, dell’UGL e dell’USB, settore trasporti, esprimono “il più assoluto sconcerto, nel leggere che i responsabili aziendali accollano le colpe delle corse non effettuate alle malattie degli autisti”. Affermano che Start Romagna, che fino a un decennio fa era tra le più ambite dagli autisti, adesso è tra quelle tenute a distanza come la peste. Anche fra i pochi che vengono reperiti come nuovi dipendenti, c’è un fuggi fuggi […]. La proprietà tutta fermi coloro che la stanno riducendo ad un colabrodo, nonostante le tante risorse che vi sono state investite. Cerchi di porvi rimedio in tempo utile”.

TRISTE PASSAGGIO DI ATM IN START
In tanto sfacelo, è però su Ravenna che si riversano le disfunzioni e le inefficienze più vistose e strutturali, anche se la nostra città è la principale proprietaria, tramite Ravenna Holding, di Start Romagna, che gestisce il trasporto pubblico locale dal 2012. Vi confluì nel 2009 con la propria azienda ATM, oggi rimpianta, perché Ravenna, associandosi con le altre province romagnole, è diventata la cenerentola del trasporto pubblico su gomma, rispetto soprattutto a Rimini, ma anche a Cesena.

LE COLPE DEL COMUNE
Una ragione sta nella marginalità di Ravenna e dei suoi rappresentati politici, selezionati di fatto dal sindaco di Ravenna, nell’amministrazione sia di Start Romagna, che di AMR, l’Agenzia Mobilità Romagnola, che progetta e coordina i servizi del trasporto pubblico in Romagna, col dovere di vigilarli e controllarli.

La causa fondamentale è però l’incapacità storica della nostra amministrazione comunale di pianificare, in forma coordinata e con visione organica e prospettica, il governo del proprio territorio, nel quale il trasporto pubblico è strettamente dipendente dai sistemi della mobilità sostenibile e del traffico urbano. La Giunta de Pascale ha avviato nell’aprile del 2021 le attività di aggiornamento del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile (PUMS) e del Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU), nonché la redazione dello piano stesso del Trasporto Pubblico di Linea (TPL), che ne consegue. Sarebbero dovute terminare entro il 2022, ma non se sa ancora niente. Nulla neppure è stato fatto conoscere su quante azioni di questi piani sulla Mobilità sostenibile (del 2019) e del Traffico urbano (del 2014) siano state portate a compimento, anziché restare sulla carta. Ad esempio, ho appena contestato che la formulazione del (mai esistito) “Regolamento per la circolazione e la sosta nelle ZTL del centro abitato di Ravenna”, una delle prime azioni prescritte nel piano del Traffico, è ancora a zero. I Piani suddetti sono stati sbandierati con enfasi all’opinione pubblica come avanzati e portentosi. Facile che, nello stile di questa Amministrazione, stiano, come libri belli e costosi, nella biblioteca dei sogni.

IL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE
Il Piano del trasporto pubblico locale avrebbe dovuto, ovviamente, essere armonizzato coi piani della Mobilità sostenibile e del Traffico urbano. Tutte le proteste che da mesi sono state sollevate, alcune da Lista per Ravenna, molte sulla stampa, avrebbero potuto trovare risposta se fosse stato compiuto nel tempo dovuto. L’inadempienza è tanto più grave perché il Comune di Ravenna ha ricevuto fondi ministeriali per effettuare ricerche e studi molto approfonditi utili allo scopo. Rivolgo dunque al sindaco la prima domanda: “Entro quanto tempo tassativo, intende sottoporre al Consiglio comunale i nuovi piani della Mobilità sostenibile, del Traffico urbano e del Trasporto pubblico locale?”.

E ancora. Circa dieci anni fa, la Giunta comunale promise con ardore alla città, che ne pativa l’assenza, il “Piano dell’accessibilità dei bus turistici, di cui però non s’è più parlato. Domanda: “Che fine ha fatto?”. Furono molto declamati anche i fondi ottenuti dal Comune di Ravenna per l’acquisto di bus elettrici. Domande: “è possibile ricevere un quadro esatto di questi acquisti? Da quanto tempo ne se protrae la procedura? Chi la sta gestendo? Quando potremo raggiungere le molte altre città italiane che si avvalgono strutturalmente dei bus elettrici per il trasporto pubblico nei loro centri abitati?”. La nostra città invoca inoltre, da anni ed anni, che nel centro storico circolino autobus piccoli, idonei alla sua ristretta e storica viabilità: “Che risposta si intende allora dare sulla perdurante mancanza dei minibus?”.”