“Ieri sera, in videoconferenza, il Consiglio territoriale Darsena ha bocciato all’unanimità, con tre astensioni, il Progetto Urbanistico Attuativo (PUA) denominato S9 – Porto Fuori est-via Bonifica”. Hanno votato contro, insieme al presidente Nicola Grandi (Lista per Ravenna), gli altri consiglieri di Lega Nord, Forza Italia, Cambierà, Ravenna in Comune, Lista per Ravenna e Partito Repubblicano. Si sono astenuti i due consiglieri di Art.1 MDP e il consigliere Ulivini del PD (unico presente su 5)” afferma Alvaro Ancisi, Capogruppo di Lista per Ravenna.

“Il Consiglio della Darsena, in cui ricade Porto Fuori, ha così confermato, in sintonia col comitato cittadino del paese stesso, la contrarietà (sempre espressa) degli abitanti di questo territorio ad un progetto ritenuto sbagliato da più punti di vista. Innanzitutto per la cementificazione di oltre 8 ettari e mezzo dei terreni agricoli a nord-est di Porto Fuori, compresi circa 80 orti sociali coltivati da abitanti del posto, allo scopo di costruirvi 17.110 metri quadrati di case, pari a qualche centinaio di appartamenti, di cui il paese non ha alcuna necessità. Ma anche perché, in cambio di questa svendita di territorio vergine, si intende costruire una circuitazione di Porto Fuori, specie di bretella nord del paese, ritenuta inutile, se non dannosa” continua Ancisi.

“Originariamente la bretella avrebbe dovuto collegare la statale Classicana con via Bonifica, a beneficio del traffico turistico proveniente da Ravenna sud diretto al mare, così aggravando la già sofferta circolazione dell’unica strada di accesso ed uscita dal porto, a causa del relativo esorbitante traffico commerciale e industriale. Nella versione finale, discussa ieri, la circuitazione è rimasta tuttavia monca, perché ridotta al tratto tra via Bonifica e via Staggi, dunque inservibile. L’altro tratto, comprendente le intersezioni con via Stradone e con la Classicana, sulla quale si dovrebbe fare anche un cavalcavia, resta solo sulla carta, da costruire, a carico del Comune, chissà quando e con chissà quali soldi. È infatti venuto meno un secondo accordo (l’S 10) con i proprietari degli altri terreni agricoli a nord-ovest di Porto Fuori, che avrebbero dovuto farsene carico in cambio di ulteriori costruzioni edilizie” spiega Alvaro Ancisi.

“Si aggiungono due contestazioni di legittimità avanzate da Lista per Ravenna.

  1. La lottizzazione delle aree agricole di Porto Fuori per farne la “circuitazione” si fonda, sia dall’origine della pianificazione urbanistica 2010/2015, che nei “contratti” stipulati coi proprietari dei terreni agricoli privati interessati al progetto sulla seguente testuale condizione: “L’interesse pubblico si manifesta nel momento in cui la circuitazione si realizza nella sua interezza, coinvolgendo entrambi i comparti S9 ed S10. Venuto meno il secondo, così crollando l’interesse pubblico, l’intero progetto avrebbe dovuto essere cassato. 
  2. L’approvazione del PUA S9 era oltretutto condizionata al superamento di alcune “criticità”, tra cui l’“alta potenzialità edificatoria residua del centro abitato riferita ai comparti di nuovo impianto approvati e in corso di attuazione”. Questa criticità è rimasta, anche dopo la decadenza della pianificazione urbanistica 2010-2015, perché sono rimasti ancora da edificare, all’interno del paese, tre quarti delle due grandi “vecchie” lottizzazioni denominate P110 e P008, pari esattamente a 13.766 metri quadrati. Sommandosi ai 17.110 metri quadrati del comparto S9, Porto Fuori, borgata di 3.770 abitanti dovrebbe subire l’enormità di 30.876 metri quadrati di nuove edificazioni, oltretutto in grave contraddizione con la nuova legge regionale sull’urbanistica del 2017 che impone un freno al consumo di suolo vergine e all’espansione delle città e dei paesi” conclude Alvaro Ancisi.