Benché annunciata il 19 novembre 2021 con una conferenza stampa trasmessa in diretta da Milano presso il Pala Congressi di Largo Firenze, la tappa di Marina di Ravenna del Jova Beach Party, “evento musicale del 2022”, non gode a tutt’oggi di alcun accordo di collaborazione col Comune di Ravenna, bensì solo di una intenzione di accordo deliberata dalla Giunta comunale il giorno stesso di cinque mesi fa, ma tuttora inesistente. La materia avrà una portata molto dirompente, ma intanto la prima ricaduta per la comunità locale e il suo territorio è stata anticipata. Pur nella perdurante assenza dello “specifico Studio di Incidenza Ambientale […] per salvaguardare l’equilibrio ambientale”, assicurato per iscritto dall’organizzazione del Party il 15 novembre, una fila lunga 65 metri di almeno 50-60 tamerici alte svariati metri, compreso un grande albero al termine del filare, barriera di difesa del retro spiaggia dagli eventi climatici posta tra due stabilimenti balneari, patrimonio comune di alberature tipiche delle spiagge romagnole, è stata abbattuta perché disturbatrice dello show.

 TRE DIVERSE VERSIONI SUL PRELIEVO DELLE PIANTE. VERA LA LORO STRAGE

Nella richiesta dell’ “Istituto Delta Ecologia Applicata” di Ferrara, rivolta al Comune il 22 febbraio scorso per ottenere l’autorizzazione ad eseguire l’intervento, si legge: “Le piante verranno prelevate nel mese di febbraio 2022 o entro il 15 marzo 2022 dalla Ditta da noi incaricata, la quale le conserverà nel proprio vivaio. Le piante verranno poi ricollocate nella medesima posizione durante le prossima stagione di riposo autunno-invernale: o in autunno dopo la caduta delle foglie o in inverno prima del germogliamento”. Sarebbe stato il male minore, se non fosse che l’autorizzazione rilasciata dal Comune il 15 marzo conteneva le seguenti diverse prescrizioni: Asportare in via definitiva la porzione di filare indicata nella relazione tecnica. Piantumare, in sostituzione delle piante asportate di Tamarix africana, un pari numero di piante della specie autoctona Tamarix gallica di analoghe dimensioni. La piantumazione dovrà avvenire nel periodo di fermo vegetativo della specie, indicativamente tra novembre 2022 e febbraio 2023. Gli esemplari di Tamarix africana (Tamerici di origine esotica) che verranno espiantati dalla spiaggia, dovranno anch’essi essere ripiantati in luogo da indicare a cura dell’Amministrazione Comunale. La distinzione delle due specie, autoctona o esotica, oltre ad essere scientificamente controversa, è di fatto smentita dal Comune stesso, nel momento in cui autorizza la ripiantumazione delle tamerici definite “esotiche” in altra parte del suo stesso territorio. Alla legittima indignazione espressa da Italia Nostra sull’abbattimento delle piante, in ogni caso vandalico, compiuto verso fine marzo, il Comune obiettò in effetti che “le tamerici sono sì, state rimosse, ma comprese di radici, e verranno ripiantate a Lido di Dante o Lido Adriano”, che sono altrettante spiagge ravennati. Ma non era vero, perché le radici del filare sono sepolte sotto la sabbia nel luogo dove sono state abbattute le piante, come risulta da foto e filmati e come è stato dichiarato pubblicamente, tramite svariati organi di stamp, e dimostrato nel TGR Emilia-Romagna del 3 aprile ore 19.30, senza alcuna smentita. Le tamerici sono state dunque stroncate, finendo nel migliore dei modi in discarica. Le radici giacciono sotto la sabbia, forse pericolosamente – vedendosene anche emergere piccole punte legnose – per i passanti in ciabatta.

VIOLAZIONI DI LEGGE E/REGOLAMENTO

La violazione delle prescrizione contenute nell’autorizzazione del Comune rende abusivo l’abbattimento delle 50/60 tamerici, più grave per quella che aveva una dimensione arborea. Essendo avvenuto su suolo pubblico, potrebbe forse applicarsi l’ipotesi di danneggiamento aggravato, punito dal codice penale.

Il regolamento comunale del Verde pone, tra l’altro, a base della propria normativa, le seguenti “Disposizioni introduttive” (art. 1 – “Principi”): “La vegetazione, in ogni sua manifestazione, è elemento essenziale per la conservazione della biodiversità. È pertanto indispensabile: rispettarla come elemento di identità del territorio locale e come fattore determinante per la qualità di vita degli abitanti; […] mantenerla quanto più possibile integra […]”. L’art. 9 afferma, al comma 1, che “sono considerati danneggiamenti tutte le attività che, direttamente o indirettamente possono compromettere l’integrità fisica e lo sviluppo delle piante. È vietato in particolare […] (j) danneggiare l’apparato radicale, il tronco e la parte aerea della pianta”; e al comma 3 che “nel caso di […] morte di arbusti […] verranno applicate le sanzioni di cui al successivo art. 20 […] e richiesto il risarcimento dei danni […]”. Varie parti del regolamento, e comunque la direttiva europea n. 147 del 2009, fanno divieto assoluto di tagliare piante e rami atti alla nidificazione degli uccelli nel periodo in cui essa avviene, dalla metà di marzo fino a tutto luglio. L’art. 4, comma 2, dispone che “per il controllo delle indicazioni contenute nel Regolamento sono incaricati tutti gli agenti ed ufficiali di Polizia Giudiziaria”, quali sono anche gli agenti della Polizia locale.

Ciò premesso, chiedo al sindaco se intende disporre un’indagine interna che accerti l’andamento, le cause e le responsabilità dei fatti gravi sopra esposti. Trasmetto copia di questa interrogazione al comandante della Polizia locale e ai dirigenti rispettivamente dello Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) e del servizio Tutela Ambiente e Territorio, affinché esercitino le proprie rispettive competenze, anche in collaborazione, allo scopo di identificare le violazioni di legge o regolamento che devono essere perseguite e sanzionate.