Egregio Sindaco e Prefetto di Ravenna, desidero esprimerVi le mie forti perplessità sul divieto imposto nel comune di Ravenna alle persone, generalmente anziane o comunque hobbisti, di recarsi nel proprio piccolo orto destinato all’autoconsumo, onde svolgervi le indispensabili attività di coltura e di manutenzione, e talvolta per accudire e provvedere all’alimentazione di propri animali da cortile. Ne ho già accennato al comandante della Polizia locale. Questi orti sono di proprietà privata o ad uso privato. Parlo, ad esempio, delle centinaia di orti comunali assegnati in concessione agli anziani e di almeno 150 situati nei terreni agricoli di Porto Fuori; ma ce ne sono tantissimi in città e nelle frazioni, regolarmente insediati e condotti. Possiamo definirli sociali tutti, non avendo finalità commerciali.

COSA DICE LA LEGGE

Non c’è alcuna disposizione normativa di contrasto alla diffusione del Covid-19 che giustifichi i controlli serrati e gli avvertimenti di pesanti sanzioni rivolti agli ortisti che si recano a lavorare il loro piccolo orto. Ne riceviamo continue angosciate segnalazioni e se n’è letto sulla stampa.

Tutti, se non siamo in quarantena o positivi al virus, possiamo uscire dalla nostra abitazione, restando all’interno del nostro comune (estraggo dal Decreto del Presidente dei Consiglio dei Ministri 10 aprile 2020 e dall’ordinanza del presidente della Regione Emilia-Romagna 11 aprile), purché:

  • per ragioni di salute, di lavoro o per situazioni di necessità, come l’acquisto degli alimenti e la produzione in proprio di cibo per l’autoconsumo;
  • evitiamo ogni forma di assembramento e osserviamo la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro;
  • non svolgiamo attività ludica o ricreativa, quale non è lavorare un orto;
  • osserviamo la regola di stare in vicinanza della nostra abitazione che ci è imposta solo se facciamo attività motoria o se conduciamo l’animale di compagnia all’aperto per le sue esigenze fisiologiche;
  • non accediamo a “parchi, ville, aree gioco e giardini pubblici” (così vieta il decreto) a cui è impossibile, oltreché illogico, assimilare degli orti, oltretutto privati;
  • non svolgiamo attività industriali o commerciali sospese dal decreto per questioni di sicurezza: attività comunque estranee ai piccoli orti gestiti per l’autoconsumo, non in regime di impresa.

LIBERATE GLI ORTI

Sono dunque a chiederVi, rispettosamente, di operare, secondo le rispettive competenze, affinché le forze dell’ordine attive localmente vengano indirizzate a ritenere lecito lo svolgimento di attività lavorative su superfici agricole di limitate dimensioni (alias piccoli orti) adibite a produzioni per autoconsumo, seppure non adiacenti ad alcuna propria abitazione, suggerendo se mai la percorrenza più breve. I controlli dovranno comunque applicarsi all’osservanza delle prescrizioni di legge sommariamente indicate qui sopra.

IL SENSO DELLA LEGGE

Chiedere solo che sia applicata rigorosamente la legge non si presta ad essere censurati e nemmeno contraddetti con ragioni personali varie, tanto meno politiche. Tuttavia, ogni legge pone alla sua base ragioni di interesse pubblico. E la ragione unica di quella in discussione è di impedire la diffusione dei contagi da Covid-19.

Bisognerà dunque convenire che recarsi al proprio piccolo orto, gestito per i propri consumi, attraverso la strada più breve, restando sempre a distanza di almeno un metro da altre persone, tanto meno concorrendo ad assembramenti, magari portando anche la mascherine e i guanti quando lo si vorrà, ma sempre all’aria aperta, non può diffondere alcun contagio da virus. Molto minore è tale sicurezza in tutti gli ambienti chiusi a cui si accede per ragioni di salute o di lavoro o per situazioni di necessità, quali gli acquisti di alimenti e di altri prodotti commerciali. Stare all’aperto, in campagna o comunque in aree libere dal cemento, rispettando le dovute precauzioni, è anche molto più salutare, per chi non versa in quarantena o sotto contagio, che stare chiusi in casa senza averne l’obbligo. Fortificare la propria salute e il proprio benessere, anche psicologico, anche attraverso alimenti frutto del proprio lavoro, anziché deprimersi, concorre anzi a rafforzare le difese immunitarie, specie per chi ne ha di meno, magari per l’età. Mi scuso per la franchezza. Ossequi.”