Sarà possibile organizzare i Centri Estivi per bambini e ragazzi durante la prossima estate?

È uno tra gli interrogativi più diffusi in queste ore tra amministratori, enti gestori e soprattutto famiglie, preoccupate dal fatto che la programmazione dell’uscita dal lockdown e il conseguente graduale ritorno al lavoro dei genitori non tenga conto delle necessità di accudimento dei figli e dal possibile annullamento di tutti i servizi educativi e ricreativi in quanto incompatibili con il rispetto delle misure di distanziamento sociale.

Anche l’Unione della Romagna Faentina di concerto con la Regione Emilia-Romagna, il territorio provinciale e gli enti gestori, si è attivata già da tempo per cercare di definire linee guida di tipo sanitario e organizzativo che possano garantire l’apertura di questi servizi creando piccoli gruppi, stabili, utilizzando al massimo gli spazi aperti, attuando procedure di prevenzione del contagio e di sanificazione.

In questo contesto l’Unione dei Comuni ha confermato l’adesione al “Progetto per la conciliazione vita-lavoro” già avviato negli anni scorsi che prevede, tramite la Regione, l’erogazione di contributi economici a sostegno delle famiglie che hanno la necessità di utilizzare i servizi estivi per bambini e ragazzi da 3 a 13 anni nel periodo di sospensione estiva delle attività scolastiche/educative. A tale proposito, dopodomani, 30 aprile uscirà il bando di accreditamento rivolto ai gestori dei CRE per dare la possibilità alle famiglie di avere il bonus regionale.

Per il referente delle politiche educative dell’Unione e sindaco di Faenza Giovanni Malpezzi: «Siamo consapevoli che non può ripartire il lavoro e allo stesso tempo, per tutto il resto, dire alle famiglie di arrangiarsi come possono, compresa la gestione dei figli. Non vogliamo creare false aspettative: è evidente che gli aspetti ludici e di socializzazione propri dei centri estivi sembrano per ora inconciliabili con le misure anti-assembramento. Ma tra il tutto e il niente ritengo ci possa essere lo spazio per trovare soluzioni adeguate, facendo leva anche sulle capacità e l’esperienza dei gestori, già da anni abituati a diversificare l’offerta anche in base al numero dei partecipanti. Intanto andiamo avanti col progetto di conciliazione vita-lavoro che ben si presta ad essere rimodulato in base a come verranno riorganizzati i servizi».