26/03/2018 – Alberto Ancarani, capogruppo di Forza Italia in Consiglio Comunale, ha presentato un Ordine del Giorno per chiedere al Consiglio comunale di Ravenna di attivarsi affinchè lo striscione “Verità e giustizia per Giulio Regeni” venga affiancato oppure sostituito con un nuovo striscione “Verità e Giustizia per David Rossi”. “Senza alcuna delibera del consiglio comunale di Ravenna – spiega Ancarani .- è stato affisso da quasi due mesi, nel balcone centrale di Palazzo Merlato, Residenza comunale, uno striscione giallo con la scritta nera “Verità e Giustizia per Giulio Regeni”. Si tratta evidentemente dell’adesione, da parte della giunta comunale, alla campagna nazionale sostenuta da varie associazioni di sinistra, per spingere autorità italiane ed egiziane a fare chiarezza sulla morte del ragazzo ucciso in circostanze tuttora non chiare mentre si trovava nello stato africano. A prescindere da quale sia l’opinione dei singoli cittadini di Ravenna rispetto alla tragedia occorsa al povero Giulio Regeni, – prosegue Ancarani – non appare chiaro in base a quale selezione dei casi di cronaca che riguardano delitti dai contorni oscuri avvenuti nei confronti di cittadini italiani la giunta comunale abbia deciso di mettere lo striscione su Regeni e non quello su altri casi di cronaca nera. Un altro caso di cronaca nera dai contorni oscuri, avvenuto in circostanze ancora più clamorose essendo capitato in Italia, ovvero quello dell’apparente suicidio del Dott. David Rossi, dirigente di alto livello della Banca Monte dei Paschi di Siena, salvata con denaro pubblico alcuni mesi fa dal Governo italiano merita per questo motivo un’attenzione dell’opinione pubblica almeno pari rispetto a quella di Giulio Regeni. Si potrebbe pensare che il silenzio sul caso David Rossi sia dovuto a inconfessabili volontà di spostare l’attenzione mediatica per un caso che mette in difficoltà il partito di maggioranza relativa in questa città, fino a ieri di maggioranza relativa anche in parlamento e dunque di esso non si voglia parlare per imbarazzo o per “disciplina di partito”.